Il rapporto tra corpo, performance art e pratiche teatrali è lo snodo centrale e il punto di partenza per un'analisi che intende procedere oltre i confini della figurazione per aprirsi ad uno studio su quelle forme artistiche che lavorano intrecciando teatro e arti visive. Da ormai un decennio sono entrati in voga nei linguaggi dell’arte contemporanea concetti riguardanti l’arte partecipativa e relazionale. E’ sorprendente come il ricco dibattito non abbia intercettato il campo delle pratiche teatrali che ugualmente si è mosso lungo binari di sperimentazione analoghi, finanche coincidenti: da mimesi catartica, a rappresentazione fantastica, a dispositivo che sperimenta modelli di partecipazione e di condivisione creativa. Se i punti di contatto sono sempre più frequenti penso sia necessario non ignorarsi ma frequentarsi, ricercare le origini, rintracciare i tratti comuni e le prime forme di relazione tra questi due macro-mondi, tenendo presente le multiformi declinazioni delle arti visive. Partire quindi dal Futurismo, da una nuova idea di cultura totale intenzionata a superare il confine che separa l’arte dalla vita, per poi ri-orientare la storia dell’arte d’avanguardia rendendo quelle azioni futuriste centrali piuttosto che note a margine. Le vicende di queste interferenze e incroci fra teatro e arti visive avranno come soggetto-protagonista, e come punto di convergenza, il corpo. La corporeità indagata sia come presenza fisica e strumento usato dagli artisti a partire dagli anni sessanta del Novecento, sia come essenza dell’evento teatrale. Corpi in azione, in spazi che non rispondono più alle tradizioni e alle convenzioni dei teatri e dei musei, ma che vengono assunti in qualche modo come scene, come luoghi della fruizione.
Il corpo fruito come linguaggio artistico. Pratiche relazionali, per una riformulazione del concetto di opera d'arte (totale)
Fioravante, Irene
2015/2016
Abstract
Il rapporto tra corpo, performance art e pratiche teatrali è lo snodo centrale e il punto di partenza per un'analisi che intende procedere oltre i confini della figurazione per aprirsi ad uno studio su quelle forme artistiche che lavorano intrecciando teatro e arti visive. Da ormai un decennio sono entrati in voga nei linguaggi dell’arte contemporanea concetti riguardanti l’arte partecipativa e relazionale. E’ sorprendente come il ricco dibattito non abbia intercettato il campo delle pratiche teatrali che ugualmente si è mosso lungo binari di sperimentazione analoghi, finanche coincidenti: da mimesi catartica, a rappresentazione fantastica, a dispositivo che sperimenta modelli di partecipazione e di condivisione creativa. Se i punti di contatto sono sempre più frequenti penso sia necessario non ignorarsi ma frequentarsi, ricercare le origini, rintracciare i tratti comuni e le prime forme di relazione tra questi due macro-mondi, tenendo presente le multiformi declinazioni delle arti visive. Partire quindi dal Futurismo, da una nuova idea di cultura totale intenzionata a superare il confine che separa l’arte dalla vita, per poi ri-orientare la storia dell’arte d’avanguardia rendendo quelle azioni futuriste centrali piuttosto che note a margine. Le vicende di queste interferenze e incroci fra teatro e arti visive avranno come soggetto-protagonista, e come punto di convergenza, il corpo. La corporeità indagata sia come presenza fisica e strumento usato dagli artisti a partire dagli anni sessanta del Novecento, sia come essenza dell’evento teatrale. Corpi in azione, in spazi che non rispondono più alle tradizioni e alle convenzioni dei teatri e dei musei, ma che vengono assunti in qualche modo come scene, come luoghi della fruizione.File | Dimensione | Formato | |
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