In seguito a “quel giorno”, l’11 marzo 2011, si è venuta a creare una situazione per cui scrittori ed artisti sono stati chiamati a confrontarsi con le conseguenze della catastrofe assumendosi il compito di comprendere e dare una forma all'era “post-Fukushima”; tuttavia, molti di loro si sono resi conto della propria incapacità di esprimersi in merito all’accaduto, arrivando persino ad affermare «L'arte è impotente». Sebbene anche i componenti del collettivo di Chim↑Pom abbiano provato la stessa sensazione, questi sei artisti si sono sentiti in dovere di reagire rapidamente all’accaduto, elaborando così una delle prime risposte artistiche al disastro. Con questa ricerca si intende proporre un'analisi del ruolo che l’artista ha assunto nell’era “post-Fukushima” portando per l’appunto come esempio Chim↑Pom, uno dei collettivi emergenti della scena artistica contemporanea giapponese. Sviluppando un’analisi che parte dagli esordi fino ad uno dei progetti più recenti di questo gruppo, questo studio si prefigge l’ambizioso obiettivo di fornire una prima interpretazione della corrente artistica del “post-11/3”, dimostrando non solo come l’arte sia cambiata in seguito al quel giorno, ma mettendo anche in evidenza come essa possa costituire una chiave per affrontare il disastro di Fukushima grazie a due delle sue armi più potenti, vale a dire immaginazione e universalità.

Reagire con l’arte a Fukushima: il potere dell’immaginazione nelle opere di Chim↑Pom

Salami, Veronica
2016/2017

Abstract

In seguito a “quel giorno”, l’11 marzo 2011, si è venuta a creare una situazione per cui scrittori ed artisti sono stati chiamati a confrontarsi con le conseguenze della catastrofe assumendosi il compito di comprendere e dare una forma all'era “post-Fukushima”; tuttavia, molti di loro si sono resi conto della propria incapacità di esprimersi in merito all’accaduto, arrivando persino ad affermare «L'arte è impotente». Sebbene anche i componenti del collettivo di Chim↑Pom abbiano provato la stessa sensazione, questi sei artisti si sono sentiti in dovere di reagire rapidamente all’accaduto, elaborando così una delle prime risposte artistiche al disastro. Con questa ricerca si intende proporre un'analisi del ruolo che l’artista ha assunto nell’era “post-Fukushima” portando per l’appunto come esempio Chim↑Pom, uno dei collettivi emergenti della scena artistica contemporanea giapponese. Sviluppando un’analisi che parte dagli esordi fino ad uno dei progetti più recenti di questo gruppo, questo studio si prefigge l’ambizioso obiettivo di fornire una prima interpretazione della corrente artistica del “post-11/3”, dimostrando non solo come l’arte sia cambiata in seguito al quel giorno, ma mettendo anche in evidenza come essa possa costituire una chiave per affrontare il disastro di Fukushima grazie a due delle sue armi più potenti, vale a dire immaginazione e universalità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/8116