Il presente studio si propone di indagare la competenza linguistica di un soggetto colombiano G.M. di 39 anni, avente l’italiano come L2 da quando è arrivato in Italia all’età di 27 anni. Anche se non ha avuto una diagnosi di un disturbo specifico del linguaggio, lui mostra di avere diverse difficoltà nella comprensione, ma soprattutto nella produzione di strutture sintattiche complesse della lingua italiana. L’italiano parlato dagli immigrati ispanofoni presenta alcuni tratti riconducibili alla vicinanza tipologica della lingua di partenza con quella di arrivo. È opinione comune che l’acquisizione di una lingua tipologicamente vicina costituisca un compito più facile che non l’apprendimento di una lingua tipologicamente distante. Tuttavia, la similarità strutturale può anche costituire un impedimento alla piena padronanza dell’italiano, in particolare quando l’apprendente non riesce a cogliere delle differenze più sottili tra la prima e la seconda lingua. La competenza linguistica del soggetto G.M. è stata indagata attraverso dei test standardizzati che hanno permesso di analizzare l’uso delle seguenti strutture sintattiche: frasi passive (Verin 2010), frasi relative (Volpato 2010) e pronomi clitici (Arosio et al. 2014). G.M. ha mostrato livelli di accuratezza inferiori rispetto ai cinque studenti stranieri che hanno costituito il gruppo di controllo. I risultati dei test rivelano come il livello inferiore di accuratezza di G.M. potrebbe essere legato tanto ad un suo presunto disturbo specifico di apprendimento, quanto ad errori di transfer o interferenza linguistica tra la sua lingua materna e la lingua seconda.
La competenza linguistica di un soggetto ispanofono con italiano L2
Braga, Anna
2018/2019
Abstract
Il presente studio si propone di indagare la competenza linguistica di un soggetto colombiano G.M. di 39 anni, avente l’italiano come L2 da quando è arrivato in Italia all’età di 27 anni. Anche se non ha avuto una diagnosi di un disturbo specifico del linguaggio, lui mostra di avere diverse difficoltà nella comprensione, ma soprattutto nella produzione di strutture sintattiche complesse della lingua italiana. L’italiano parlato dagli immigrati ispanofoni presenta alcuni tratti riconducibili alla vicinanza tipologica della lingua di partenza con quella di arrivo. È opinione comune che l’acquisizione di una lingua tipologicamente vicina costituisca un compito più facile che non l’apprendimento di una lingua tipologicamente distante. Tuttavia, la similarità strutturale può anche costituire un impedimento alla piena padronanza dell’italiano, in particolare quando l’apprendente non riesce a cogliere delle differenze più sottili tra la prima e la seconda lingua. La competenza linguistica del soggetto G.M. è stata indagata attraverso dei test standardizzati che hanno permesso di analizzare l’uso delle seguenti strutture sintattiche: frasi passive (Verin 2010), frasi relative (Volpato 2010) e pronomi clitici (Arosio et al. 2014). G.M. ha mostrato livelli di accuratezza inferiori rispetto ai cinque studenti stranieri che hanno costituito il gruppo di controllo. I risultati dei test rivelano come il livello inferiore di accuratezza di G.M. potrebbe essere legato tanto ad un suo presunto disturbo specifico di apprendimento, quanto ad errori di transfer o interferenza linguistica tra la sua lingua materna e la lingua seconda.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/6758