Il turismo culturale rappresenta un canale d’identità per veicolare la varietà storico-culturale disseminata nel territorio italiano. La cultura, in questo ambito, è da considerarsi sotto due punti di vista: da un lato preserva e tramanda le tradizioni e la memoria storica, ma diventa anche un mezzo che porta all’innovazione e al cambiamento. Il turista culturale è oggi “partecipe” della cultura e non spettatore che assiste ad una rappresentazione statica: la cultura è sinonimo di adesione e, talvolta, senso di appartenenza. Il paesaggio diventa protagonista del turismo culturale ed è contenitore di valori tangibili e intangibili che devono essere gestiti, veicolati e resi appetibile ai fruitori. Questo elaborato prende ispirazione da un personale interesse rispetto al territorio in cui vivo, l’Alta Padovana, e ne vuole mettere in luce la potenzialità turistica grazie all’heritage presente in molti dei comuni di quest’area, affinché il turismo rappresenti un’opportunità di sviluppo locale nel segno della sostenibilità. L’idea è stata quella di comporre un itinerario tematico che si articola in tre comprensori legati ai tre corsi d’acqua dell’Alta Padovana: uno lungo il fiume Brenta, l’altro lungo il Muson dei Sassi e un terzo, minore, lungo il Tergola. Un viaggio che si svolge grazie al lascito di una storia fiorente e rigogliosa, soprattutto nel periodo tra ‘400 e ‘500, in cui il territorio in questione era sotto il dominio della Serenissima, che ha apportato molte modifiche sulla Terraferma. Inoltre, in pieno Rinascimento, Andrea Palladio ha progettato ha concepito un’idea di villa di campagna che ha portato con sé il delinearsi di quel paesaggio rurale palladiano in cui l’architettura fonde esigenze pratiche con quelle estetiche e ricreative, in armonia con il territorio, la topografia e la conformazione della Terraferma, diventando essa stessa parte integrante del paesaggio. Gli itinerari pensati vogliono valorizzare il patrimonio locale dei centri dell’Alta Padovana, come Camposampiero, Cittadella e Piazzola Sul Brenta, e del sistema territoriale che si è sviluppato attorno ad essi. Un viaggio che incontra il fiume Brenta e alcuni rami dell’idrografia minore, tra geografia e contesto culturale prodotto da artisti come Palladio; fa da sfondo un paesaggio rurale, in cui l’artigianato è fiorente e l’agricoltura è un settore vivo e che implementa una ricca gastronomia locale, anch’essa patrimonio da valorizzare.
Alta Padovana e paesaggi culturali: da patrimonio a pratica turistica.
Tognon, Elisa
2019/2020
Abstract
Il turismo culturale rappresenta un canale d’identità per veicolare la varietà storico-culturale disseminata nel territorio italiano. La cultura, in questo ambito, è da considerarsi sotto due punti di vista: da un lato preserva e tramanda le tradizioni e la memoria storica, ma diventa anche un mezzo che porta all’innovazione e al cambiamento. Il turista culturale è oggi “partecipe” della cultura e non spettatore che assiste ad una rappresentazione statica: la cultura è sinonimo di adesione e, talvolta, senso di appartenenza. Il paesaggio diventa protagonista del turismo culturale ed è contenitore di valori tangibili e intangibili che devono essere gestiti, veicolati e resi appetibile ai fruitori. Questo elaborato prende ispirazione da un personale interesse rispetto al territorio in cui vivo, l’Alta Padovana, e ne vuole mettere in luce la potenzialità turistica grazie all’heritage presente in molti dei comuni di quest’area, affinché il turismo rappresenti un’opportunità di sviluppo locale nel segno della sostenibilità. L’idea è stata quella di comporre un itinerario tematico che si articola in tre comprensori legati ai tre corsi d’acqua dell’Alta Padovana: uno lungo il fiume Brenta, l’altro lungo il Muson dei Sassi e un terzo, minore, lungo il Tergola. Un viaggio che si svolge grazie al lascito di una storia fiorente e rigogliosa, soprattutto nel periodo tra ‘400 e ‘500, in cui il territorio in questione era sotto il dominio della Serenissima, che ha apportato molte modifiche sulla Terraferma. Inoltre, in pieno Rinascimento, Andrea Palladio ha progettato ha concepito un’idea di villa di campagna che ha portato con sé il delinearsi di quel paesaggio rurale palladiano in cui l’architettura fonde esigenze pratiche con quelle estetiche e ricreative, in armonia con il territorio, la topografia e la conformazione della Terraferma, diventando essa stessa parte integrante del paesaggio. Gli itinerari pensati vogliono valorizzare il patrimonio locale dei centri dell’Alta Padovana, come Camposampiero, Cittadella e Piazzola Sul Brenta, e del sistema territoriale che si è sviluppato attorno ad essi. Un viaggio che incontra il fiume Brenta e alcuni rami dell’idrografia minore, tra geografia e contesto culturale prodotto da artisti come Palladio; fa da sfondo un paesaggio rurale, in cui l’artigianato è fiorente e l’agricoltura è un settore vivo e che implementa una ricca gastronomia locale, anch’essa patrimonio da valorizzare.File | Dimensione | Formato | |
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