In questo lavoro di tesi si sono sintetizzate nanoparticelle di poly(lactic-co-glycolic acid) al fine di incapsulare dei farmaci utili alla cura della tripanosomiasi africana umana. Le due molecole scelte per essere incapsulate sono la Suramina e la Pentamidina, ad oggi utilizzate per curare la sindrome nella prima fase di infezione, quando il parassita si trova ancora nel flusso sanguigno. Nel decorso della malattia il parassita invade anche il sistema nervoso centrale rendendo vano il trattamento con i farmaci sovracitati in quanto, non essendo presente un loro target molecolare sulla Barriera Emato-Encefalica, essi non riescono ad accedere in grande quantità al tessuto celebrale. Se i farmaci fossero incapsulati e traghettati attraverso la BEE mediante targeting specifico potrebbero essere ottimi candidati per la cura anche nel secondo stadio della malattia. Le sfide che in questo elaborato vengono affrontate sono: l'incapsulamento dei due farmaci in PLGA che, data la loro natura idrofilica, non sono i soggetti ideali per la metodica e l'attraversamento della Barriera Emato-Encefalica. La prima viene superata accoppiando alle molecole target varie sostanze (es, SDS,CTAB) e la seconda funzionalizzando la superficie della nanoparticella con un peptide derivante dalla apolipoproteina E, che possiede un recettore sulla BEE. L'incapsulamento del farmaco è stato valutato mediante spettroscopia UV/VIS e le dimensioni delle nanoparticelle mediante AFM e DLS.

Synthesis and Characterization of Polymeric Nanoparticles for Delivery Through the Blood Brain Barrier of Drugs Against the Human African Trypanosomiasis.

Vaccari, Pietro
2016/2017

Abstract

In questo lavoro di tesi si sono sintetizzate nanoparticelle di poly(lactic-co-glycolic acid) al fine di incapsulare dei farmaci utili alla cura della tripanosomiasi africana umana. Le due molecole scelte per essere incapsulate sono la Suramina e la Pentamidina, ad oggi utilizzate per curare la sindrome nella prima fase di infezione, quando il parassita si trova ancora nel flusso sanguigno. Nel decorso della malattia il parassita invade anche il sistema nervoso centrale rendendo vano il trattamento con i farmaci sovracitati in quanto, non essendo presente un loro target molecolare sulla Barriera Emato-Encefalica, essi non riescono ad accedere in grande quantità al tessuto celebrale. Se i farmaci fossero incapsulati e traghettati attraverso la BEE mediante targeting specifico potrebbero essere ottimi candidati per la cura anche nel secondo stadio della malattia. Le sfide che in questo elaborato vengono affrontate sono: l'incapsulamento dei due farmaci in PLGA che, data la loro natura idrofilica, non sono i soggetti ideali per la metodica e l'attraversamento della Barriera Emato-Encefalica. La prima viene superata accoppiando alle molecole target varie sostanze (es, SDS,CTAB) e la seconda funzionalizzando la superficie della nanoparticella con un peptide derivante dalla apolipoproteina E, che possiede un recettore sulla BEE. L'incapsulamento del farmaco è stato valutato mediante spettroscopia UV/VIS e le dimensioni delle nanoparticelle mediante AFM e DLS.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/3894