Questo lavoro si propone di indagare la possibilità di chiedere protezione internazionale in Europa sulla base di persecuzione di genere. La declinazione del concetto di persecuzione in termini gendered, e il riconoscimento quindi che una donna possa essere perseguitata per il motivo di appartenere al genere femminile, si sono consolidati negli ultimi vent’anni e non sono ancora accettati nè applicati in modo uniforme. La prima parte di questo lavoro ripercorre le tappe principali dello sviluppo di un punto di vista gender-sensitive nel campo dei diritti umani, del diritto internazionale e quindi dell’asilo, sia in campo universale che a livello europeo; approfondisce quindi cosa si intende per persecuzione di genere, e analizza le sue forme principali, la loro diffusione e il grado in cui sono state riconosciute come atti e pratiche persecutori a livello normativo e giurisprudenziale. Dopo aver così presentato le più frequenti situazioni persecutorie e gli strumenti utilizzabili per fornire protezione a chi vi è soggetto ho dedicato una seconda parte alla situazione reale: ho scelto cinque Paesi europei (Francia, Italia, Spagna, Regno Unito e Germania) e ho cercato, sulla base delle informazioni accessibili, di collocare ognuno di essi sullo sfondo delineato in precedenza, con i loro limiti, potenzialità e caratteristiche specifiche. Ne emerge un quadro che evidenzia come gli strumenti esistenti siano utilizzabili per riconscere la persecuzione di genere e tutelare chi ne nutre il fondato timore solo se interpretati ampiamente e con chiarezza, in contrasto con le difficoltà e le discrezionalità procedurali e interpretative che caratterizzano la situazione europea. Ciononostante, emergono anche alcuni elementi e iniziative incoraggianti, che lasciano sperare in un’evoluzione positiva.

Perseguitate in quanto donne: la protezione dalla violenza di genere nel sistema dell'asilo europeo

Viero, Francesca
2013/2014

Abstract

Questo lavoro si propone di indagare la possibilità di chiedere protezione internazionale in Europa sulla base di persecuzione di genere. La declinazione del concetto di persecuzione in termini gendered, e il riconoscimento quindi che una donna possa essere perseguitata per il motivo di appartenere al genere femminile, si sono consolidati negli ultimi vent’anni e non sono ancora accettati nè applicati in modo uniforme. La prima parte di questo lavoro ripercorre le tappe principali dello sviluppo di un punto di vista gender-sensitive nel campo dei diritti umani, del diritto internazionale e quindi dell’asilo, sia in campo universale che a livello europeo; approfondisce quindi cosa si intende per persecuzione di genere, e analizza le sue forme principali, la loro diffusione e il grado in cui sono state riconosciute come atti e pratiche persecutori a livello normativo e giurisprudenziale. Dopo aver così presentato le più frequenti situazioni persecutorie e gli strumenti utilizzabili per fornire protezione a chi vi è soggetto ho dedicato una seconda parte alla situazione reale: ho scelto cinque Paesi europei (Francia, Italia, Spagna, Regno Unito e Germania) e ho cercato, sulla base delle informazioni accessibili, di collocare ognuno di essi sullo sfondo delineato in precedenza, con i loro limiti, potenzialità e caratteristiche specifiche. Ne emerge un quadro che evidenzia come gli strumenti esistenti siano utilizzabili per riconscere la persecuzione di genere e tutelare chi ne nutre il fondato timore solo se interpretati ampiamente e con chiarezza, in contrasto con le difficoltà e le discrezionalità procedurali e interpretative che caratterizzano la situazione europea. Ciononostante, emergono anche alcuni elementi e iniziative incoraggianti, che lasciano sperare in un’evoluzione positiva.
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