La frontiera rappresenta uno spazio che può ospitare individui, un territorio mobile dove si incontrano o scontrano identità diverse; può essere una frontiera politica, economica, di separazione o di contatto; è un luogo di attraversamento, una zona di blocco o lo spazio della criminalità vincolata alla violenza. Colombia ed Ecuador condividono 586 km di frontiera e un problema comune, quello del narcotraffico che, dopo la caduta dei più grandi Cartelli della droga – Cali e Medellin – negli anni novanta, è stato principalmente gestito da las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia. L’obiettivo dell’elaborato è quello di analizzare il flusso di desplazamiento forzado verso l’Ecuador durante il secondo mandato del governo colombiano di Álvaro Uribe Vélez (2006-2010). Nello specifico si osserverà come la presenza delle coltivazioni di cocaina e la conseguente applicazione militare del Plan Colombia (2000-2007) nei dipartimenti strategici delle FARC lungo il confine meridionale del paese, ha portato all'aumento dei fenomeni di violenza, considerati come una delle maggiori cause della migrazione della popolazione locale. Tale flusso migratorio si intensificò dal primo marzo 2008 a causa dell’inasprimento del conflitto con i gruppi armati e dell’operazione Fénix, incursione colombiana sul territorio ecuadoriano in cui perse la vita l'obiettivo della missione Raúl Reyes Silva, uno dei maggiori esponenti delle FARC.

La violencia fronteriza e le FARC: analisi del fenomeno del desplazamiento colombiano in Ecuador durante il secondo mandato di Álvaro Uribe Vélez (2006-2010)

Ambrosi, Cristina
2019/2020

Abstract

La frontiera rappresenta uno spazio che può ospitare individui, un territorio mobile dove si incontrano o scontrano identità diverse; può essere una frontiera politica, economica, di separazione o di contatto; è un luogo di attraversamento, una zona di blocco o lo spazio della criminalità vincolata alla violenza. Colombia ed Ecuador condividono 586 km di frontiera e un problema comune, quello del narcotraffico che, dopo la caduta dei più grandi Cartelli della droga – Cali e Medellin – negli anni novanta, è stato principalmente gestito da las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia. L’obiettivo dell’elaborato è quello di analizzare il flusso di desplazamiento forzado verso l’Ecuador durante il secondo mandato del governo colombiano di Álvaro Uribe Vélez (2006-2010). Nello specifico si osserverà come la presenza delle coltivazioni di cocaina e la conseguente applicazione militare del Plan Colombia (2000-2007) nei dipartimenti strategici delle FARC lungo il confine meridionale del paese, ha portato all'aumento dei fenomeni di violenza, considerati come una delle maggiori cause della migrazione della popolazione locale. Tale flusso migratorio si intensificò dal primo marzo 2008 a causa dell’inasprimento del conflitto con i gruppi armati e dell’operazione Fénix, incursione colombiana sul territorio ecuadoriano in cui perse la vita l'obiettivo della missione Raúl Reyes Silva, uno dei maggiori esponenti delle FARC.
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