Con il presente elaborato si intende analizzare come la città di Tōkyō degli anni Venti e Trenta venga rappresentata in alcune opere letterarie di quegli anni, focalizzandosi principalmente su Bokutō kidan (Una strana storia al di là del Sumida, 1937) di Nagai Kafū (1879-1959), Hōrōki (Diario di una vagabonda, 1930) di Hayashi Fumiko (1903-1951) e Asakusa kurenaidan (La banda scarlatta di Asakusa, 1930) di Kawabata Yasunari (1899-1972). Si vuole inoltre indagare come tutte queste opere, ambientate per lo più in quelle che all'epoca erano aree periferiche, contrastino con le zone centrali della città, tentando di capire non solo come questi due spazi vengano qui rappresentati, ma anche come i personaggi si relazionino con gli spazi marginali in cui agiscono. Per condurre questa analisi, si è deciso di utilizzare prevalentemente la metodologia della geocritica, la quale - ideata da Bertrand Westphal nei primi anni del XXI secolo - si propone di mettere al primo posto nell'analisi letteraria lo spazio e la percezione che di esso emerge nelle varie opere. Dopo una breve introduzione dedicata agli obiettivi e al metodo, ciascun capitolo prende in esame una delle opere come caso di studio. Seguendo sempre il filo conduttore della dicotomia fra centro e periferia, si analizzano diversi passaggi ed elementi testuali, nella speranza di presentare un quadro abbastanza chiaro di come si presentassero e venissero vissuti gli spazi urbani nella Tōkyō di quegli anni.
Tōkyō come testo: Rappresentazioni letterarie di Tōkyō fra gli anni Venti e Trenta nelle opere di Nagai Kafū, Hayashi Fumiko e Kawabata Yasunari
ENEA, FRANCESCA
2024/2025
Abstract
Con il presente elaborato si intende analizzare come la città di Tōkyō degli anni Venti e Trenta venga rappresentata in alcune opere letterarie di quegli anni, focalizzandosi principalmente su Bokutō kidan (Una strana storia al di là del Sumida, 1937) di Nagai Kafū (1879-1959), Hōrōki (Diario di una vagabonda, 1930) di Hayashi Fumiko (1903-1951) e Asakusa kurenaidan (La banda scarlatta di Asakusa, 1930) di Kawabata Yasunari (1899-1972). Si vuole inoltre indagare come tutte queste opere, ambientate per lo più in quelle che all'epoca erano aree periferiche, contrastino con le zone centrali della città, tentando di capire non solo come questi due spazi vengano qui rappresentati, ma anche come i personaggi si relazionino con gli spazi marginali in cui agiscono. Per condurre questa analisi, si è deciso di utilizzare prevalentemente la metodologia della geocritica, la quale - ideata da Bertrand Westphal nei primi anni del XXI secolo - si propone di mettere al primo posto nell'analisi letteraria lo spazio e la percezione che di esso emerge nelle varie opere. Dopo una breve introduzione dedicata agli obiettivi e al metodo, ciascun capitolo prende in esame una delle opere come caso di studio. Seguendo sempre il filo conduttore della dicotomia fra centro e periferia, si analizzano diversi passaggi ed elementi testuali, nella speranza di presentare un quadro abbastanza chiaro di come si presentassero e venissero vissuti gli spazi urbani nella Tōkyō di quegli anni.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/26869