Questa tesi affronta il tema del benessere attraverso un’etnografia del Reiki Tour 2025 in Giappone, viaggio formativo e rituale che ha condotto un gruppo di praticanti italiani in luoghi storicamente legati alla nascita e allo sviluppo del Reiki, pratica terapeutica elaborata nei primi decenni del Novecento da Usui Mikao e successivamente diffusasi su scala transnazionale. La ricerca mostra come il benessere non si dia come condizione oggettiva o stabile, ma come processo fragile e relazionale, emergente dall’interazione fra corpi, paesaggi e narrazioni. Il monte Kurama, tradizionalmente associato alla memoria delle origini del Reiki, si è rivelato non come sfondo neutro bensì come presenza sensibile capace di orientare posture percettive e affettive; i corpi, nel loro essere in risonanza con gli altri, hanno mediato l’esperienza, che non si è data come percezione isolata ma come gesto reso intelligibile dalla parola che lo accompagnava e lo trasformava. Collocata nell’orizzonte dell’antropologia del benessere e nutrita dal dialogo con la fenomenologia dell’embodiment, con il concetto di paesaggio terapeutico e con le teorie della ritualità e della performatività, l’indagine, basata su osservazione partecipante e scrittura riflessiva, ha messo in luce le tensioni tra vissuto ed aspettative discorsive, mostrando come il benessere emerga come possibilità condivisa piuttosto che come conquista individuale. Le conclusioni interpretano il Reiki Tour come laboratorio etnografico in cui gesti, silenzi e racconti hanno reso il benessere un evento relazionale e transitorio, invitando a considerarlo nella sua precarietà piuttosto che nella sua definizione conclusiva.
Corpo, paesaggio ed energia: un’etnografia del benessere nel Reiki Tour 2025 in Giappone.
SCOTTI, FEDERICO
2024/2025
Abstract
Questa tesi affronta il tema del benessere attraverso un’etnografia del Reiki Tour 2025 in Giappone, viaggio formativo e rituale che ha condotto un gruppo di praticanti italiani in luoghi storicamente legati alla nascita e allo sviluppo del Reiki, pratica terapeutica elaborata nei primi decenni del Novecento da Usui Mikao e successivamente diffusasi su scala transnazionale. La ricerca mostra come il benessere non si dia come condizione oggettiva o stabile, ma come processo fragile e relazionale, emergente dall’interazione fra corpi, paesaggi e narrazioni. Il monte Kurama, tradizionalmente associato alla memoria delle origini del Reiki, si è rivelato non come sfondo neutro bensì come presenza sensibile capace di orientare posture percettive e affettive; i corpi, nel loro essere in risonanza con gli altri, hanno mediato l’esperienza, che non si è data come percezione isolata ma come gesto reso intelligibile dalla parola che lo accompagnava e lo trasformava. Collocata nell’orizzonte dell’antropologia del benessere e nutrita dal dialogo con la fenomenologia dell’embodiment, con il concetto di paesaggio terapeutico e con le teorie della ritualità e della performatività, l’indagine, basata su osservazione partecipante e scrittura riflessiva, ha messo in luce le tensioni tra vissuto ed aspettative discorsive, mostrando come il benessere emerga come possibilità condivisa piuttosto che come conquista individuale. Le conclusioni interpretano il Reiki Tour come laboratorio etnografico in cui gesti, silenzi e racconti hanno reso il benessere un evento relazionale e transitorio, invitando a considerarlo nella sua precarietà piuttosto che nella sua definizione conclusiva.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/26758