Questo lavoro si concentra sul complesso rapporto tra l’arte e l’industria culturale, e, più in particolare, sulle declinazioni che riguardano la sfaccettata industria musicale. Il tema della mercificazione dell’arte è di stretto riferimento nella musica Pop dei nostri giorni, che sempre di più annulla l’artisticità del prodotto in favore di una produzione massiva. Una simile produzione modifica da un lato il consumo della musica, portando gli ascoltatori ad un’alienazione e ad una “spettatorialità” passiva, ma dall’altro lato modifica la stessa produzione, in quanto le etichette discografiche standardizzano la catena lavorativa ponendo dei requisiti e dei limiti alla creatività strettamente legati ad una logica di profitto. La mercificazione della musica è inoltre strettamente legata alla mercificazione degli artisti, e ad una società in cui l’ossessione per la performatività ha portato all’erosione degli spazi personali. Ciò che rimane da fare agli artisti in questa situazione è fare della propria soggettività un brand, mettendo così le basi per una costante mistificazione della celebrità. Ma ci sono anche altri modi di fare musica e di vivere l’arte e la collettività: dall’anemoia precapitalistica della Vaporwave, all’estremizzazione della cultura consumistica nell’Hyperpop; dalla musica Lo-Fi, al situazionismo musicale nelle Jam Session e nei Rave Party.

Il Pop è politico: note sull'industria musicale contemporanea

FARRIS, MARZIA
2024/2025

Abstract

Questo lavoro si concentra sul complesso rapporto tra l’arte e l’industria culturale, e, più in particolare, sulle declinazioni che riguardano la sfaccettata industria musicale. Il tema della mercificazione dell’arte è di stretto riferimento nella musica Pop dei nostri giorni, che sempre di più annulla l’artisticità del prodotto in favore di una produzione massiva. Una simile produzione modifica da un lato il consumo della musica, portando gli ascoltatori ad un’alienazione e ad una “spettatorialità” passiva, ma dall’altro lato modifica la stessa produzione, in quanto le etichette discografiche standardizzano la catena lavorativa ponendo dei requisiti e dei limiti alla creatività strettamente legati ad una logica di profitto. La mercificazione della musica è inoltre strettamente legata alla mercificazione degli artisti, e ad una società in cui l’ossessione per la performatività ha portato all’erosione degli spazi personali. Ciò che rimane da fare agli artisti in questa situazione è fare della propria soggettività un brand, mettendo così le basi per una costante mistificazione della celebrità. Ma ci sono anche altri modi di fare musica e di vivere l’arte e la collettività: dall’anemoia precapitalistica della Vaporwave, all’estremizzazione della cultura consumistica nell’Hyperpop; dalla musica Lo-Fi, al situazionismo musicale nelle Jam Session e nei Rave Party.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/26570