Questo elaborato si propone di mostrare come l’attuale attacco genocidario sulla Striscia di Gaza rappresenti la fase finale di un progetto coloniale di eliminazione della popolazione nativa avviato almeno dalla Nakba del 1948. L’obiettivo è mettere in luce come il genocidio in corso non costituisca una cesura, ma un’accelerazione e una spettacolarizzazione della logica dell’eliminazione propria del colonialismo d’insediamento. Il quadro teorico si articola attorno a tre concetti chiave: il colonialismo d’insediamento; il de-development, che evidenzia il ruolo delle politiche economiche israeliane nel distruggere deliberatamente le condizioni materiali per uno stato palestinese; e l’assedio, inteso come dispositivo politico e militare che, combinando biopolitica e necropolitica, trasforma la sopravvivenza palestinese in una questione securitaria. Il secondo capitolo ricostruisce il blocco imposto a Gaza dal 2007 al 2023, interpretandolo come espressione paradigmatica del de-development. Il terzo capitolo analizza invece il periodo aprile 2023–agosto 2025, mostrando come gli eventi successivi al 7 ottobre non inaugurino una nuova fase, ma intensifichino pratiche già in atto: bombardamenti ciclici, sfollamenti forzati, distruzione delle infrastrutture civili, uso della fame come arma e retoriche di deumanizzazione. La continuità tra i due capitoli dimostra che la logica coloniale non ha subito interruzioni, ma si è progressivamente radicalizzata fino a raggiungere la fase più estrema.

“Demolire per ricostruire”: la Striscia di Gaza (2007-2025) e la realizzazione del progetto coloniale sionista in Palestina.

SCHIAVOLIN, MARTINA
2024/2025

Abstract

Questo elaborato si propone di mostrare come l’attuale attacco genocidario sulla Striscia di Gaza rappresenti la fase finale di un progetto coloniale di eliminazione della popolazione nativa avviato almeno dalla Nakba del 1948. L’obiettivo è mettere in luce come il genocidio in corso non costituisca una cesura, ma un’accelerazione e una spettacolarizzazione della logica dell’eliminazione propria del colonialismo d’insediamento. Il quadro teorico si articola attorno a tre concetti chiave: il colonialismo d’insediamento; il de-development, che evidenzia il ruolo delle politiche economiche israeliane nel distruggere deliberatamente le condizioni materiali per uno stato palestinese; e l’assedio, inteso come dispositivo politico e militare che, combinando biopolitica e necropolitica, trasforma la sopravvivenza palestinese in una questione securitaria. Il secondo capitolo ricostruisce il blocco imposto a Gaza dal 2007 al 2023, interpretandolo come espressione paradigmatica del de-development. Il terzo capitolo analizza invece il periodo aprile 2023–agosto 2025, mostrando come gli eventi successivi al 7 ottobre non inaugurino una nuova fase, ma intensifichino pratiche già in atto: bombardamenti ciclici, sfollamenti forzati, distruzione delle infrastrutture civili, uso della fame come arma e retoriche di deumanizzazione. La continuità tra i due capitoli dimostra che la logica coloniale non ha subito interruzioni, ma si è progressivamente radicalizzata fino a raggiungere la fase più estrema.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/26554