Il presente lavoro esplora il ruolo dei dispositivi visuali nella definizione e nella percezione del confine, analizzando come immagini, mappe, tecnologie di sorveglianza e pratiche estetiche contribuiscano alla sua costruzione e legittimazione. Attraverso un approccio interdisciplinare che intreccia studi visuali, geopolitica e teoria critica, l’elaborato indaga il potere delle immagini nel modellare narrazioni e identità, evidenziando il loro impatto sulle dinamiche di inclusione ed esclusione. Dopo una ricognizione sugli studi in tal senso, il lavoro si concentra su Forensic Architecture. Il collettivo attivista offre, a più riprese, un esempio concreto di come le pratiche visuali possano essere utilizzate non solo per rafforzare il controllo di frontiera, ma anche per smascherarne i meccanismi, trasformando l’immagine in uno strumento di contro-narrazione e resistenza. L’obiettivo è quello di decostruire il rapporto tra visibilità e potere nei processi di demarcazione del confine, proponendo una riflessione critica sulle implicazioni politiche ed etiche dell’estetizzazione della frontiera.

Confini visibili e invisibili. Immagini, potere e rappresentazione nello spazio geopolitico

BENDINELLI, GIULIA
2024/2025

Abstract

Il presente lavoro esplora il ruolo dei dispositivi visuali nella definizione e nella percezione del confine, analizzando come immagini, mappe, tecnologie di sorveglianza e pratiche estetiche contribuiscano alla sua costruzione e legittimazione. Attraverso un approccio interdisciplinare che intreccia studi visuali, geopolitica e teoria critica, l’elaborato indaga il potere delle immagini nel modellare narrazioni e identità, evidenziando il loro impatto sulle dinamiche di inclusione ed esclusione. Dopo una ricognizione sugli studi in tal senso, il lavoro si concentra su Forensic Architecture. Il collettivo attivista offre, a più riprese, un esempio concreto di come le pratiche visuali possano essere utilizzate non solo per rafforzare il controllo di frontiera, ma anche per smascherarne i meccanismi, trasformando l’immagine in uno strumento di contro-narrazione e resistenza. L’obiettivo è quello di decostruire il rapporto tra visibilità e potere nei processi di demarcazione del confine, proponendo una riflessione critica sulle implicazioni politiche ed etiche dell’estetizzazione della frontiera.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/25982