La presente tesi nasce con l’intento di condurre un’analisi comparativa approfondita della narrazione mediatica di due eventi internazionali significativi: l’invasione russa dell’Ucraina avvenuta a febbraio 2022 e l’escalation del conflitto israelo-palestinese da ottobre 2023. L’obiettivo principale è individuare analogie e differenze significative nelle scelte editoriali, nei toni impiegati e nei frame narrativi prevalenti adottati dai media nazionali e internazionali. Lo studio mira a evidenziare come i diversi contesti geopolitici e culturali influenzino le modalità di rappresentazione dei conflitti, contribuendo alla costruzione di narrative dominanti capaci di orientare il discorso pubblico. Per comprendere al meglio il quadro complessivo in cui si inseriscono le narrazioni giornalistiche in esame il capitolo dedicato al contesto storico approfondirà le radici e le caratteristiche principali delle due crisi, delineandone le implicazioni geopolitiche e le dinamiche evolutive. Particolare attenzione verrà poi rivolta al contesto delle fonti, in cui si esaminerà il testo giornalistico non solo come strumento informativo, ma anche come mezzo retorico e persuasivo, dotato di un forte potere modellante sulle percezioni e sulle reazioni del pubblico. Le fonti scelte sono le tre più lette in Italia: Corriere della Sera, Repubblica e La Stampa, a cui si aggiungono Il Manifesto e Il Giornale per avere un confronto anche fra giornali notoriamente più “schierati”. The New York Times e The Guardian per avere invece una voce internazionale rispettivamente dagli Stati Uniti e dall’Europa. Fulcro della ricerca saranno due momenti chiave: 24 febbraio 2022, coincidente con l’inizio del conflitto su larga scala in Ucraina, e 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco terroristico a Israele. L’arco di tempo considerato sarà di un mese. Attraverso un’analisi delle prime pagine dei quotidiani selezionati, si esploreranno le scelte lessicali, i toni adottati, l’uso di parole chiave e immagini, e la costruzione di narrative dominanti. In conclusione, i risultati dell’analisi comparativa verranno integrati e interpretati alla luce delle teorie della comunicazione e degli studi sulla rappresentazione mediatica, al fine di fare emergere riflessioni critiche sul ruolo dei media nella definizione delle relazioni di potere e nella creazione di empatia o distacco verso le parti coinvolte nei conflitti. Questa ricerca intende offrire strumenti analitici utili per comprendere il potere delle rappresentazioni mediatiche nella modellazione del discorso pubblico e delle opinioni collettive a livello internazionale.

Narrazioni di guerra: analisi comparativa della rappresentazione mediatica dei conflitti in Ucraina e Palestina

BERTOLI, MARTINA
2024/2025

Abstract

La presente tesi nasce con l’intento di condurre un’analisi comparativa approfondita della narrazione mediatica di due eventi internazionali significativi: l’invasione russa dell’Ucraina avvenuta a febbraio 2022 e l’escalation del conflitto israelo-palestinese da ottobre 2023. L’obiettivo principale è individuare analogie e differenze significative nelle scelte editoriali, nei toni impiegati e nei frame narrativi prevalenti adottati dai media nazionali e internazionali. Lo studio mira a evidenziare come i diversi contesti geopolitici e culturali influenzino le modalità di rappresentazione dei conflitti, contribuendo alla costruzione di narrative dominanti capaci di orientare il discorso pubblico. Per comprendere al meglio il quadro complessivo in cui si inseriscono le narrazioni giornalistiche in esame il capitolo dedicato al contesto storico approfondirà le radici e le caratteristiche principali delle due crisi, delineandone le implicazioni geopolitiche e le dinamiche evolutive. Particolare attenzione verrà poi rivolta al contesto delle fonti, in cui si esaminerà il testo giornalistico non solo come strumento informativo, ma anche come mezzo retorico e persuasivo, dotato di un forte potere modellante sulle percezioni e sulle reazioni del pubblico. Le fonti scelte sono le tre più lette in Italia: Corriere della Sera, Repubblica e La Stampa, a cui si aggiungono Il Manifesto e Il Giornale per avere un confronto anche fra giornali notoriamente più “schierati”. The New York Times e The Guardian per avere invece una voce internazionale rispettivamente dagli Stati Uniti e dall’Europa. Fulcro della ricerca saranno due momenti chiave: 24 febbraio 2022, coincidente con l’inizio del conflitto su larga scala in Ucraina, e 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco terroristico a Israele. L’arco di tempo considerato sarà di un mese. Attraverso un’analisi delle prime pagine dei quotidiani selezionati, si esploreranno le scelte lessicali, i toni adottati, l’uso di parole chiave e immagini, e la costruzione di narrative dominanti. In conclusione, i risultati dell’analisi comparativa verranno integrati e interpretati alla luce delle teorie della comunicazione e degli studi sulla rappresentazione mediatica, al fine di fare emergere riflessioni critiche sul ruolo dei media nella definizione delle relazioni di potere e nella creazione di empatia o distacco verso le parti coinvolte nei conflitti. Questa ricerca intende offrire strumenti analitici utili per comprendere il potere delle rappresentazioni mediatiche nella modellazione del discorso pubblico e delle opinioni collettive a livello internazionale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/25864