Le dinamiche di conflitto e cooperazione tra Israele e i paesi arabi nel settore energetico evidenziano il ruolo strategico di petrolio e gas nelle relazioni geopolitiche mediorientali. Storicamente, l’energia nel contesto regionale è stata associata a tensioni e rivalità ed è stata effettivamente impiegata come arma dai paesi arabi per raggiungere obiettivi politici, quali la fine dell’occupazione israeliana e il ritiro dell’appoggio occidentale a Israele. Il caso emblematico è l’embargo petrolifero arabo del 1973 durante la guerra dello Yom Kippur contro gli “amici” di Israele. Tuttavia, a partire dagli anni 2000, con la scoperta dei giacimenti di gas nel bacino di Levante del Mediterraneo orientale, la convergenza di sicurezza energetica, cambiamenti geopolitici e interessi economici ha incentivato nuovi modelli di cooperazione, sotto forma di partnership e progetti di costruzione di infrastrutture energetiche. La ricerca dimostra come, nonostante le persistenti ostilità politiche, il risultato di queste forme di collaborazione è un rapporto di interdipendenza economica e strategica che genera un vantaggio per entrambe le parti e contribuisce a rafforzare la stabilità regionale, lungi dall’essere una soluzione definitiva ai conflitti storici. Ne consegue che i paesi arabi hanno deposto l’arma del petrolio per lasciare spazio alla diplomazia del gas, rinunciando a sfruttare l’energia come strumento per esercitare pressione su Israele e l'Occidente affinché modificassero il corso della propria politica nei riguardi della causa palestinese.
Energia e geopolitica in Medio Oriente: dall'arma del petrolio alla diplomazia del gas. Conflitti, interdipendenza e cooperazione regionale tra Israele e i paesi arabi
NOVENA, CLAUDIA
2024/2025
Abstract
Le dinamiche di conflitto e cooperazione tra Israele e i paesi arabi nel settore energetico evidenziano il ruolo strategico di petrolio e gas nelle relazioni geopolitiche mediorientali. Storicamente, l’energia nel contesto regionale è stata associata a tensioni e rivalità ed è stata effettivamente impiegata come arma dai paesi arabi per raggiungere obiettivi politici, quali la fine dell’occupazione israeliana e il ritiro dell’appoggio occidentale a Israele. Il caso emblematico è l’embargo petrolifero arabo del 1973 durante la guerra dello Yom Kippur contro gli “amici” di Israele. Tuttavia, a partire dagli anni 2000, con la scoperta dei giacimenti di gas nel bacino di Levante del Mediterraneo orientale, la convergenza di sicurezza energetica, cambiamenti geopolitici e interessi economici ha incentivato nuovi modelli di cooperazione, sotto forma di partnership e progetti di costruzione di infrastrutture energetiche. La ricerca dimostra come, nonostante le persistenti ostilità politiche, il risultato di queste forme di collaborazione è un rapporto di interdipendenza economica e strategica che genera un vantaggio per entrambe le parti e contribuisce a rafforzare la stabilità regionale, lungi dall’essere una soluzione definitiva ai conflitti storici. Ne consegue che i paesi arabi hanno deposto l’arma del petrolio per lasciare spazio alla diplomazia del gas, rinunciando a sfruttare l’energia come strumento per esercitare pressione su Israele e l'Occidente affinché modificassero il corso della propria politica nei riguardi della causa palestinese.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi NOVENA.pdf
accesso aperto
Dimensione
3.34 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.34 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14247/25104