Gli anni del bipolarismo mondiale della Guerra Fredda sono stati profondamente caratterizzati da un utilizzo intensivo e strumentale della propaganda, anche grazie al successo della rivoluzione dei media e delle comunicazioni. Questo ha significato, per la superpotenza occidentale, gli Stati Uniti, la necessità di ottenere approvazione e consenso ricorrendo a un forte appello all'anticomunismo, al fine di poter perseguire le proprie ambizioni geopolitiche mascherandole da interventi per difendere le libertà e la democrazia dalle mire del nemico sovietico. In quest'ottica, la guerra del Vietnam può essere considerata uno tra i manifesti più evidenti di questa contradddizione: gli Stati Uniti, infatti, si sono sostituiti alla dominazione coloniale francese e hanno portato avanti un conflitto sanguinoso producendo massacri e devastazioni, in nome di una presunta difesa delle libertà della democrazia sudvietnamita dai tentativi di dominazione del nord comunista. L'istituzione, ad opera di Bertrand Russell e di altre personalità di spicco della fine degli anni '60, di un tribunale internazionale (il Tribunale Russell I), seppur senza mandato ufficiale, e quindi incapace di emettere una sentenza valida a fini giuridico-legali, dev'essere interpretata come uno degli esiti fondamentali del tentativo di condannare le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra statunitensi in Vietnam, e più in generale la doppiezza della retorica liberale e anticomunista degli USA, strumentalizzata per tutelare i propri interessi geopolitici.
La guerra del Vietnam e le violazioni dei diritti umani: la propaganda statunitense e l'istituzione del Tribunale Russell I
SALOMONE, FILIPPO
2023/2024
Abstract
Gli anni del bipolarismo mondiale della Guerra Fredda sono stati profondamente caratterizzati da un utilizzo intensivo e strumentale della propaganda, anche grazie al successo della rivoluzione dei media e delle comunicazioni. Questo ha significato, per la superpotenza occidentale, gli Stati Uniti, la necessità di ottenere approvazione e consenso ricorrendo a un forte appello all'anticomunismo, al fine di poter perseguire le proprie ambizioni geopolitiche mascherandole da interventi per difendere le libertà e la democrazia dalle mire del nemico sovietico. In quest'ottica, la guerra del Vietnam può essere considerata uno tra i manifesti più evidenti di questa contradddizione: gli Stati Uniti, infatti, si sono sostituiti alla dominazione coloniale francese e hanno portato avanti un conflitto sanguinoso producendo massacri e devastazioni, in nome di una presunta difesa delle libertà della democrazia sudvietnamita dai tentativi di dominazione del nord comunista. L'istituzione, ad opera di Bertrand Russell e di altre personalità di spicco della fine degli anni '60, di un tribunale internazionale (il Tribunale Russell I), seppur senza mandato ufficiale, e quindi incapace di emettere una sentenza valida a fini giuridico-legali, dev'essere interpretata come uno degli esiti fondamentali del tentativo di condannare le violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra statunitensi in Vietnam, e più in generale la doppiezza della retorica liberale e anticomunista degli USA, strumentalizzata per tutelare i propri interessi geopolitici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/24768