L’elaborato di tesi si sviluppa a partire dal concetto di Borderscape, elaborato nel corso degli anni Novanta del Novecento, e avente come oggetto una rilettura sistematica delle dinamiche soggettive e personalizzate di chi fa esperienza del confine. Al centro dell’analisi vi è la figura dell’“Attraversatore” (Border-crosser), colui che intraprende un viaggio, fisico o mentale, verso una nuova concezione di sé nel mondo. Il primo capitolo tenta di mettere in correlazione i pensieri di Foucault, Arendt e Rancière, analizzando le loro riflessioni sulle metodologie che governano i regimi di in/visibilità e sulla costante riformulazione di vie di fuga da uno stato sociale di senza-parte (sans part). In questa prospettiva, il campo artistico è visto come un possibile mezzo di espressione delle proprie condizioni, altrimenti trascurate. Il secondo capitolo affronta la questione della ricerca di visibilità dell’”Attraversatore”, attraverso casi studio specifici legati al mondo delle culture visuali. Cinema, fotografia e documentario diventano tracce tangibili degli attraversamenti, testimonianze di una nuova percezione dello spazio e dei suoi racconti. Il terzo capitolo, sempre attraverso casi studio, indaga invece il processo di rinuncia a una certa posizione di privilegio sociale da parte dell’”Attraversatore”, volto a mettere in luce individualità che, altrimenti, rimarrebbero invisibili nella costruzione narrativa del panorama sociale di appartenenza.
Nuove narrazioni del visibile: l’”Attraversatore” di confini nel mondo delle culture visuali
MORIA, TOMMASO
2023/2024
Abstract
L’elaborato di tesi si sviluppa a partire dal concetto di Borderscape, elaborato nel corso degli anni Novanta del Novecento, e avente come oggetto una rilettura sistematica delle dinamiche soggettive e personalizzate di chi fa esperienza del confine. Al centro dell’analisi vi è la figura dell’“Attraversatore” (Border-crosser), colui che intraprende un viaggio, fisico o mentale, verso una nuova concezione di sé nel mondo. Il primo capitolo tenta di mettere in correlazione i pensieri di Foucault, Arendt e Rancière, analizzando le loro riflessioni sulle metodologie che governano i regimi di in/visibilità e sulla costante riformulazione di vie di fuga da uno stato sociale di senza-parte (sans part). In questa prospettiva, il campo artistico è visto come un possibile mezzo di espressione delle proprie condizioni, altrimenti trascurate. Il secondo capitolo affronta la questione della ricerca di visibilità dell’”Attraversatore”, attraverso casi studio specifici legati al mondo delle culture visuali. Cinema, fotografia e documentario diventano tracce tangibili degli attraversamenti, testimonianze di una nuova percezione dello spazio e dei suoi racconti. Il terzo capitolo, sempre attraverso casi studio, indaga invece il processo di rinuncia a una certa posizione di privilegio sociale da parte dell’”Attraversatore”, volto a mettere in luce individualità che, altrimenti, rimarrebbero invisibili nella costruzione narrativa del panorama sociale di appartenenza.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/24546