Questa ricerca si propone come indagine nel microcosmo dei nō cinesi o karagoto mono presenti nel repertorio del nō. Nella ricerca di una definizione più accurata della categoria di nō cinesi questo studio sottopone ad un approccio ermeneutico il repertorio cimentando i suoi limiti classici. E’ interesse di questa ricerca dimostrare che in periodo Muromachi l’immaginario condiviso sulla Cina (intesa come “aterità” rispetto all’ “identità” giapponese) sia stato rappresentato e riadattato nel nō variandone le caratteristiche a seconda dei cambiamenti del clima socio politico. In ultima istanza viene accertatp come anche opere tradizionalmente non identificate come cinesi, possano dimostrare ad un’attenta lettura una sostanziale influenza dell’ immaginario legato al continente. Il primo capitolo affronta un’ analisi delle tassonomie utilizzate nel ō, discutendo i limiti delle classificazioni classiche e descrivendo la tassonomia proposta da Leo Shingchi Yip in un suo recente studio. Il secondo capitolo prende distanza dai temi affrontati nel primo, cercando di sviluppare un atlante filologico dei temi di origine cinese nel ō. I capitoli tre e quattro offorno incece un’ analisi di due coppie di opere di ō, nel terzo capitolo vengono affrontati Hakurakuten e Kasuga Ryūjin proseguendo nel quarto con Tsurukame e Takasago.

CHINESE NŌ A SURVEY ON CROSS BOUNDARY PLAYS IN NŌ

Artuso, Luca Domenico
2019/2020

Abstract

Questa ricerca si propone come indagine nel microcosmo dei nō cinesi o karagoto mono presenti nel repertorio del nō. Nella ricerca di una definizione più accurata della categoria di nō cinesi questo studio sottopone ad un approccio ermeneutico il repertorio cimentando i suoi limiti classici. E’ interesse di questa ricerca dimostrare che in periodo Muromachi l’immaginario condiviso sulla Cina (intesa come “aterità” rispetto all’ “identità” giapponese) sia stato rappresentato e riadattato nel nō variandone le caratteristiche a seconda dei cambiamenti del clima socio politico. In ultima istanza viene accertatp come anche opere tradizionalmente non identificate come cinesi, possano dimostrare ad un’attenta lettura una sostanziale influenza dell’ immaginario legato al continente. Il primo capitolo affronta un’ analisi delle tassonomie utilizzate nel ō, discutendo i limiti delle classificazioni classiche e descrivendo la tassonomia proposta da Leo Shingchi Yip in un suo recente studio. Il secondo capitolo prende distanza dai temi affrontati nel primo, cercando di sviluppare un atlante filologico dei temi di origine cinese nel ō. I capitoli tre e quattro offorno incece un’ analisi di due coppie di opere di ō, nel terzo capitolo vengono affrontati Hakurakuten e Kasuga Ryūjin proseguendo nel quarto con Tsurukame e Takasago.
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