Negli ultimi dieci anni, il dibattito contemporaneo sui fattori globali di crisi — economica, ambientale e politica — ha esercitato una forte pressione sulle imprese, viste come "istituzioni sociali" chiamate a operare con una visione più ampia. In questa prospettiva, le considerazioni economico-finanziarie devono integrarsi con gli impatti ambientali e sociali. Si è consolidata l'idea che le aziende debbano adottare un approccio manageriale incentrato sulla “sostenibilità dello sviluppo”, formulando strategie a lungo termine che promuovano equità sociale e protezione ambientale. La crescente esigenza di rendere trasparenti gli effetti complessivi delle attività aziendali, ha portato allo sviluppo di sistemi di rendicontazione più integrati. Questo approccio si allinea con il paradigma della Triple Bottom Line di Elkington (1994), spingendo le organizzazioni a divulgare informazioni pertinenti all’ambiente esterno e ai meccanismi adottati per affrontare i cambiamenti socio-ambientali, nonché ai risultati raggiunti in termini di sostenibilità. Inizialmente, la mancanza di uniformità nei report, spesso pubblicati su base volontaria, ha generato pratiche di rendicontazione disomogenee sia tra aziende che tra nazioni. Tuttavia, è diventato evidente il bisogno di un coordinamento e di una maggiore armonizzazione delle leggi (Galeone, G., 2023). Per rispondere a questa necessità, l'Unione Europea ha sviluppato un quadro normativo ambizioso volto a uniformare la rendicontazione non finanziaria per le imprese operanti sul territorio europeo. Questo quadro mira a garantire trasparenza e coerenza nei dati relativi agli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG), facilitando così la comparabilità delle informazioni tra le imprese (EU, 2014). La rendicontazione non finanziaria rappresenta un cambiamento fondamentale nell'approccio delle aziende alla trasparenza e alla responsabilità. Concentrandosi sugli impatti ambientali e sociali delle attività aziendali, essa contribuisce a una maggiore chiarezza e responsabilità, soddisfacendo le crescenti esigenze degli stakeholder per una rendicontazione di sostenibilità più completa. Sebbene l'applicazione della materialità non finanziaria possa presentare complessità e suscitare dibattiti, essa riveste un ruolo centrale nel futuro del reporting aziendale. Questo approccio integrato alla gestione d’impresa è in linea con gli obiettivi globali di sviluppo sostenibile, promuovendo una visione più olistica delle performance aziendali (Cam, O., & Kloviene, 2024)
La rendicontazione dei rischi non finanziari: dalla teoria alla pratica
SCARABELLO, GIORGIA
2023/2024
Abstract
Negli ultimi dieci anni, il dibattito contemporaneo sui fattori globali di crisi — economica, ambientale e politica — ha esercitato una forte pressione sulle imprese, viste come "istituzioni sociali" chiamate a operare con una visione più ampia. In questa prospettiva, le considerazioni economico-finanziarie devono integrarsi con gli impatti ambientali e sociali. Si è consolidata l'idea che le aziende debbano adottare un approccio manageriale incentrato sulla “sostenibilità dello sviluppo”, formulando strategie a lungo termine che promuovano equità sociale e protezione ambientale. La crescente esigenza di rendere trasparenti gli effetti complessivi delle attività aziendali, ha portato allo sviluppo di sistemi di rendicontazione più integrati. Questo approccio si allinea con il paradigma della Triple Bottom Line di Elkington (1994), spingendo le organizzazioni a divulgare informazioni pertinenti all’ambiente esterno e ai meccanismi adottati per affrontare i cambiamenti socio-ambientali, nonché ai risultati raggiunti in termini di sostenibilità. Inizialmente, la mancanza di uniformità nei report, spesso pubblicati su base volontaria, ha generato pratiche di rendicontazione disomogenee sia tra aziende che tra nazioni. Tuttavia, è diventato evidente il bisogno di un coordinamento e di una maggiore armonizzazione delle leggi (Galeone, G., 2023). Per rispondere a questa necessità, l'Unione Europea ha sviluppato un quadro normativo ambizioso volto a uniformare la rendicontazione non finanziaria per le imprese operanti sul territorio europeo. Questo quadro mira a garantire trasparenza e coerenza nei dati relativi agli impatti ambientali, sociali e di governance (ESG), facilitando così la comparabilità delle informazioni tra le imprese (EU, 2014). La rendicontazione non finanziaria rappresenta un cambiamento fondamentale nell'approccio delle aziende alla trasparenza e alla responsabilità. Concentrandosi sugli impatti ambientali e sociali delle attività aziendali, essa contribuisce a una maggiore chiarezza e responsabilità, soddisfacendo le crescenti esigenze degli stakeholder per una rendicontazione di sostenibilità più completa. Sebbene l'applicazione della materialità non finanziaria possa presentare complessità e suscitare dibattiti, essa riveste un ruolo centrale nel futuro del reporting aziendale. Questo approccio integrato alla gestione d’impresa è in linea con gli obiettivi globali di sviluppo sostenibile, promuovendo una visione più olistica delle performance aziendali (Cam, O., & Kloviene, 2024)File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/24141