La tesi riguarda la situazione storico-culturale di Carrara nel XIX secolo; la ricerca, in particolare, indaga, al di là dell'immagine sterotipata di questa cittadina, legata da secoli in maniera univoca al marmo chiusa e relegata all'interno della nicchia delle sue montagne, quali siano state le dinamiche cittadine legate alla produzione del cosiddetto "oro bianco" durante il secolo che ha registrato l'industrializzazione delle lavorazioni minerarie, fino ad oggi rimaste "nascoste" rispetto all'enorme popolarità del materiale marmo di Carrara. La tesi è stata sviluppata, prendendo le mosse dall' origine della città: partendo dall ' antica matrice, la colonia romana di Luni, dalle origini del tutto leggendarie fino ad approdare alla storia documentata, per poi focalizzarci sul cambiamento sociale che, attraverso conflitti interni alla comunità, ha determinato l'ascesa di importanti famiglie della borghesia del marmo (come la famiglia Del Medico e i Fabbricotti) sulle svolte politiche ed economiche che hanno caratterizzato la città nel corso del pieno Ottocento. Il XIX secolo, infatti, risultò essere un secolo fondamentale per l'avvento dell'industrializzazione nel settore lapideo, che a carrara benficò dell'inventiva di importanti personaggi stranieri come l'inglese William Walton e della costruzione della Ferrovia Marmifera nel 1876 . La tesi prosegue con la trattazione della situazione artistica- sociale di Carrara, soffermandosi sull'avvento dei laboratori artistici moderni i quali sostituirono le antiche botteghe e la loro diffusione sul territorio carrarese e sul ruolo dell'artista carrarese. Gli artisti locali tra Ottocento e Novecento, in particolare, superarono ogni pregiudizio del lavoro di copia (caratteristica del XIX secolo), prevalendo in loro l'esigenza di rimanere sempre e comunque a contatto con la materia e con l'atavico taglio della pietra, portando parallelamente avanti anche realizzazioni di sculture di inventiva. La Tesi si conclude con di riferimenti all'affermazione della scuola carrarese al di fuori della Apuane, al ruolo fondamentale che la scuola apuano-versiliese giocò in Europa e nelle Americhe a cavallo tra il XIX e XX secolo e con la trattazione di cinque casi di diffusione artistica italiana in Francia, Gran Bretagna, Spagna, Stati Uniti e America Latina.

Carrara nell'800: situazione storico-culturale di una città nascosta

Bonci, Sara
2017/2018

Abstract

La tesi riguarda la situazione storico-culturale di Carrara nel XIX secolo; la ricerca, in particolare, indaga, al di là dell'immagine sterotipata di questa cittadina, legata da secoli in maniera univoca al marmo chiusa e relegata all'interno della nicchia delle sue montagne, quali siano state le dinamiche cittadine legate alla produzione del cosiddetto "oro bianco" durante il secolo che ha registrato l'industrializzazione delle lavorazioni minerarie, fino ad oggi rimaste "nascoste" rispetto all'enorme popolarità del materiale marmo di Carrara. La tesi è stata sviluppata, prendendo le mosse dall' origine della città: partendo dall ' antica matrice, la colonia romana di Luni, dalle origini del tutto leggendarie fino ad approdare alla storia documentata, per poi focalizzarci sul cambiamento sociale che, attraverso conflitti interni alla comunità, ha determinato l'ascesa di importanti famiglie della borghesia del marmo (come la famiglia Del Medico e i Fabbricotti) sulle svolte politiche ed economiche che hanno caratterizzato la città nel corso del pieno Ottocento. Il XIX secolo, infatti, risultò essere un secolo fondamentale per l'avvento dell'industrializzazione nel settore lapideo, che a carrara benficò dell'inventiva di importanti personaggi stranieri come l'inglese William Walton e della costruzione della Ferrovia Marmifera nel 1876 . La tesi prosegue con la trattazione della situazione artistica- sociale di Carrara, soffermandosi sull'avvento dei laboratori artistici moderni i quali sostituirono le antiche botteghe e la loro diffusione sul territorio carrarese e sul ruolo dell'artista carrarese. Gli artisti locali tra Ottocento e Novecento, in particolare, superarono ogni pregiudizio del lavoro di copia (caratteristica del XIX secolo), prevalendo in loro l'esigenza di rimanere sempre e comunque a contatto con la materia e con l'atavico taglio della pietra, portando parallelamente avanti anche realizzazioni di sculture di inventiva. La Tesi si conclude con di riferimenti all'affermazione della scuola carrarese al di fuori della Apuane, al ruolo fondamentale che la scuola apuano-versiliese giocò in Europa e nelle Americhe a cavallo tra il XIX e XX secolo e con la trattazione di cinque casi di diffusione artistica italiana in Francia, Gran Bretagna, Spagna, Stati Uniti e America Latina.
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