Il documento è organizzato in parti teoriche che sono sostenute da comparazioni tra più autori e parti pratico/laboratoriali sintetizzate dall’esperienza diretta di chi l’ha scritto e che ha buona esperienza lavorativa nell’ambito educativo e nella gestione di formazioni per educatori ed insegnanti. Si parte dall’utilizzo del verbo To care declinato nella prospettiva integrata e olistica della persona. L’essere umano immerso in un mondo di relazioni che se correttamente gestite lo fanno vivere bene come caregiver e care-receiver. Lo scritto prosegue con una ricerca che accompagna la parola “care” nella dimensione sociale, negli ambiti narrativi, sia medico/esplorativi sia educativi, sulla condivisione e la rivisitazione del proprio vissuto. L’abbondanza di parole è strumento del pensiero che ne amplifica la potenza su capacità critica e buone relazioni QI, mentre la ristrettezza della comunicazione si traduce in povertà di QE, e l’emozione non riconosciuta si trasforma in violenza agita, generazione Q. Diventa dunque ancora più importante impegnarsi per essere sempre più in sintonia con se stessi e con il proprio corpo per coltivare relazioni interpersonali soddisfacenti. La strada da intraprendere è quella del cambiamento dei criteri educativi, accogliendo e dando risposta ai bisogni con una panoramica su capitale umano e sociale, welfare, lifelong learning, capability approach e con i metodi learning to learn e di comunicazione efficace.

TO CARE. LE RELAZIONI COME IMPEGNO DI VITA.

Fugolo, Tiziana
2017/2018

Abstract

Il documento è organizzato in parti teoriche che sono sostenute da comparazioni tra più autori e parti pratico/laboratoriali sintetizzate dall’esperienza diretta di chi l’ha scritto e che ha buona esperienza lavorativa nell’ambito educativo e nella gestione di formazioni per educatori ed insegnanti. Si parte dall’utilizzo del verbo To care declinato nella prospettiva integrata e olistica della persona. L’essere umano immerso in un mondo di relazioni che se correttamente gestite lo fanno vivere bene come caregiver e care-receiver. Lo scritto prosegue con una ricerca che accompagna la parola “care” nella dimensione sociale, negli ambiti narrativi, sia medico/esplorativi sia educativi, sulla condivisione e la rivisitazione del proprio vissuto. L’abbondanza di parole è strumento del pensiero che ne amplifica la potenza su capacità critica e buone relazioni QI, mentre la ristrettezza della comunicazione si traduce in povertà di QE, e l’emozione non riconosciuta si trasforma in violenza agita, generazione Q. Diventa dunque ancora più importante impegnarsi per essere sempre più in sintonia con se stessi e con il proprio corpo per coltivare relazioni interpersonali soddisfacenti. La strada da intraprendere è quella del cambiamento dei criteri educativi, accogliendo e dando risposta ai bisogni con una panoramica su capitale umano e sociale, welfare, lifelong learning, capability approach e con i metodi learning to learn e di comunicazione efficace.
2017-03-22
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