Nel corso degli ultimi anni, il processo di globalizzazione ha contribuito alla crescita e allo sviluppo economico mondiale. Le recenti tecnologie hanno dato origine ad una “nuova ricchezza”, più immateriale e facilmente trasferibile. In questo contesto, alcuni ordinamenti nazionali si sono dotati di regimi fiscali agevolati al fine di attirare i flussi di capitali esteri garantendo un livello di imposizione sensibilmente inferiore a quello vigente nelle giurisdizioni con tassazione ordinaria. Pertanto, le organizzazioni mondiali hanno deciso di intervenire per contrastare il fenomeno di erosione delle basi imponibili posto in essere dai contribuenti mediante il trasferimento di attività mobili altamente profittevoli all’interno dei cosiddetti paradisi fiscali. Tra le misure antielusive proposte a livello internazionale, un ruolo primario viene attribuito alla disciplina sulle Controlled Foreign Companies (CFC). Nello specifico si tratta di un insieme di disposizioni finalizzate a tassare in capo ai soggetti residenti i redditi prodotti da parte di società da questi controllate localizzate in Stati che, sulla base di determinati parametri, vengono classificati come regimi fiscali privilegiati. Lo scopo è quello di eliminare il differimento di imposizione conseguibile mediante la posticipazione della distribuzione degli utili prodotti dall’impresa controllata insediata nel paradiso fiscale. Tale obiettivo viene raggiunto tassando per trasparenza i redditi prodotti dalla partecipata estera a prescindere dalla loro effettiva distribuzione. La presente tesi propone di approfondire il tema delle Controlled Foreign Companies e di indentificare gli aspetti critici correlati ad essa, anche con riferimento alle recenti novità legislative introdotte in materia. Nello specifico, verranno dapprima esaminate le disposizioni emanate in ambito internazionale dall’OCSE in occasione della pubblicazione dei Rapporti BEPS e Action 3. Successivamente verranno analizzati gli interventi comunitari che, prima con la pubblicazione del Codice di Condotta e poi con l’emanazione dell’Anti Tax Avoidance Directive (ATAD), hanno regolamentato la questione delle società controllate estere tra gli Stati dell’Unione Europea. Infine, verrà analizzata la normativa italiana che di recente è stata rinnovata proprio a seguito del recepimento delle Direttiva ATAD di matrice europea.
La disciplina delle Controlled Foreign Companies alla luce del recepimento della Direttiva ATAD 2016/1164
Donato, Antonio
2019/2020
Abstract
Nel corso degli ultimi anni, il processo di globalizzazione ha contribuito alla crescita e allo sviluppo economico mondiale. Le recenti tecnologie hanno dato origine ad una “nuova ricchezza”, più immateriale e facilmente trasferibile. In questo contesto, alcuni ordinamenti nazionali si sono dotati di regimi fiscali agevolati al fine di attirare i flussi di capitali esteri garantendo un livello di imposizione sensibilmente inferiore a quello vigente nelle giurisdizioni con tassazione ordinaria. Pertanto, le organizzazioni mondiali hanno deciso di intervenire per contrastare il fenomeno di erosione delle basi imponibili posto in essere dai contribuenti mediante il trasferimento di attività mobili altamente profittevoli all’interno dei cosiddetti paradisi fiscali. Tra le misure antielusive proposte a livello internazionale, un ruolo primario viene attribuito alla disciplina sulle Controlled Foreign Companies (CFC). Nello specifico si tratta di un insieme di disposizioni finalizzate a tassare in capo ai soggetti residenti i redditi prodotti da parte di società da questi controllate localizzate in Stati che, sulla base di determinati parametri, vengono classificati come regimi fiscali privilegiati. Lo scopo è quello di eliminare il differimento di imposizione conseguibile mediante la posticipazione della distribuzione degli utili prodotti dall’impresa controllata insediata nel paradiso fiscale. Tale obiettivo viene raggiunto tassando per trasparenza i redditi prodotti dalla partecipata estera a prescindere dalla loro effettiva distribuzione. La presente tesi propone di approfondire il tema delle Controlled Foreign Companies e di indentificare gli aspetti critici correlati ad essa, anche con riferimento alle recenti novità legislative introdotte in materia. Nello specifico, verranno dapprima esaminate le disposizioni emanate in ambito internazionale dall’OCSE in occasione della pubblicazione dei Rapporti BEPS e Action 3. Successivamente verranno analizzati gli interventi comunitari che, prima con la pubblicazione del Codice di Condotta e poi con l’emanazione dell’Anti Tax Avoidance Directive (ATAD), hanno regolamentato la questione delle società controllate estere tra gli Stati dell’Unione Europea. Infine, verrà analizzata la normativa italiana che di recente è stata rinnovata proprio a seguito del recepimento delle Direttiva ATAD di matrice europea.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
851128-1229378.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.96 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.96 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14247/1696