Il presente studio propone un’analisi dell’attività critica di Giuseppe Marchiori (1901-1982) inerente alla nascita e allo sviluppo dell’astrattismo in Italia. In un paese ancorato alla valorizzazione dlla tradizione, la figura di Marchiori si distinse in qualità di portavoce di una delle più fresche proposte d’avanguardia, sposando a partire dal 1935, la causa dell’arte astratta. L’analisi degli importanti contributi del critico d'arte polesano è strutturata in due parti fondamentali: la prima è dedicata al periodo degli anni ’30 e alla nascita del primo astrattismo italiano così come appariva attraverso gli occhi di Marchiori: dalla nona sala della II Quadriennale d’Arte Nazionale a Roma (1935) alle recensioni di Kn, il vangelo dell’arte astratta di Carlo Belli, alla frequentazione degli ambienti del Milione e all’inizio del sodalizio con Osvaldo Licini, per finire con la pubblicazione nel 1937 della pagina dell’astrattismo nel “Corriere Padano”; la seconda, più breve temporalmente, prende in esame il periodo successivo alla fine del secondo conflitto mondiale, che vide un Marchiori, ritornato dalla Libia, riprendere il discorso nel punto in cui l’aveva lasciato attorno al 1938, spostando il suo interesse verso la città lagunare e la nuova generazione d’astrattisti veneziani.
La “grande rivelazione”. Giuseppe Marchiori e l’arte astratta in Italia (1935-1975)
Ferraretto, Arianna
2018/2019
Abstract
Il presente studio propone un’analisi dell’attività critica di Giuseppe Marchiori (1901-1982) inerente alla nascita e allo sviluppo dell’astrattismo in Italia. In un paese ancorato alla valorizzazione dlla tradizione, la figura di Marchiori si distinse in qualità di portavoce di una delle più fresche proposte d’avanguardia, sposando a partire dal 1935, la causa dell’arte astratta. L’analisi degli importanti contributi del critico d'arte polesano è strutturata in due parti fondamentali: la prima è dedicata al periodo degli anni ’30 e alla nascita del primo astrattismo italiano così come appariva attraverso gli occhi di Marchiori: dalla nona sala della II Quadriennale d’Arte Nazionale a Roma (1935) alle recensioni di Kn, il vangelo dell’arte astratta di Carlo Belli, alla frequentazione degli ambienti del Milione e all’inizio del sodalizio con Osvaldo Licini, per finire con la pubblicazione nel 1937 della pagina dell’astrattismo nel “Corriere Padano”; la seconda, più breve temporalmente, prende in esame il periodo successivo alla fine del secondo conflitto mondiale, che vide un Marchiori, ritornato dalla Libia, riprendere il discorso nel punto in cui l’aveva lasciato attorno al 1938, spostando il suo interesse verso la città lagunare e la nuova generazione d’astrattisti veneziani.File | Dimensione | Formato | |
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