La tesi si pone come obiettivo quello di indagare le visioni letterarie del Ghetto di Venezia e della sua comunità immaginata, provando a far dialogare i tanti sguardi di scrittori e giornalisti che nel corso del Novecento e degli anni Duemila hanno attraversato e variamente interpretato questo spazio dalla forte vocazione storica e identitaria, luogo di coscienza che racchiude al suo interno un cortocircuito di memorie. Dal Ghetto vagheggiato di Zangwill e Cecil Roth, al Ghetto trasfigurato in Oriente di Comisso e Parise, fino al Ghetto metafora della precarietà dell'esistenza nel romanzo di Fruttero e Lucentini e della ricerca delle radici in un'autrice come Anita Desai. Ma anche spazio scenico e teatro, emblema dei destini di una città intera nella scrittura di Paolo Barbaro e forse mise en abyme della sua fine annunciata. Refugium. Un luogo circoscritto ma in relazione profonda col mondo intero, come ha suggerito uno dei suoi più recenti visitatori, il fotografo Ferdinando Scianna. La tesi, oltre a cercare di interpretare le diverse prospettive attraverso cui questo spazio è stato rappresentato in età contemporanea da autori "canonici", si occuperà di analizzare alcuni racconti inediti prodotti dagli scrittori coinvolti nel progetto del Dipartimento di Studi Linguistici, «Reimmaginare il Ghetto per il XXI secolo», che ha l'ambizione di ritrasformare il Ghetto «da luogo della memoria locale a luogo di riflessione globale sui temi della tolleranza e della convivenza».

Immagini letterarie del Ghetto di Venezia tra il XX e il XXI secolo.

Civai, Sara
2017/2018

Abstract

La tesi si pone come obiettivo quello di indagare le visioni letterarie del Ghetto di Venezia e della sua comunità immaginata, provando a far dialogare i tanti sguardi di scrittori e giornalisti che nel corso del Novecento e degli anni Duemila hanno attraversato e variamente interpretato questo spazio dalla forte vocazione storica e identitaria, luogo di coscienza che racchiude al suo interno un cortocircuito di memorie. Dal Ghetto vagheggiato di Zangwill e Cecil Roth, al Ghetto trasfigurato in Oriente di Comisso e Parise, fino al Ghetto metafora della precarietà dell'esistenza nel romanzo di Fruttero e Lucentini e della ricerca delle radici in un'autrice come Anita Desai. Ma anche spazio scenico e teatro, emblema dei destini di una città intera nella scrittura di Paolo Barbaro e forse mise en abyme della sua fine annunciata. Refugium. Un luogo circoscritto ma in relazione profonda col mondo intero, come ha suggerito uno dei suoi più recenti visitatori, il fotografo Ferdinando Scianna. La tesi, oltre a cercare di interpretare le diverse prospettive attraverso cui questo spazio è stato rappresentato in età contemporanea da autori "canonici", si occuperà di analizzare alcuni racconti inediti prodotti dagli scrittori coinvolti nel progetto del Dipartimento di Studi Linguistici, «Reimmaginare il Ghetto per il XXI secolo», che ha l'ambizione di ritrasformare il Ghetto «da luogo della memoria locale a luogo di riflessione globale sui temi della tolleranza e della convivenza».
2017-03-17
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/11625