Situata nella periferia di Nairobi (Ke), Boma è la discarica più grande dell'East Africa. Qui migliaia di persone si guadagnano da vivere attraverso la raccolta e la vendita di materiali proveniente da ogni parte dell'area metropolitana della capitale. Basandomi sulla ricerca etnografica da me condotta (Feb.–Ott. 2019) esploro i processi di generazione e recupero del valore nell'incontro fra materia e persone. Contrariamente agli approcci strutturalisti, costruttivisti ed antropocentrici, i quali leggerebbero Boma come una zona di esclusione, di fine e di non-ritorno per rifiuti materiali e sociali, il sito emerge come luogo vibrante ed in divenire, dove eterogenei interessi economici si incontrano e si scontrano dando forma ad una complessa economia dei rifiuti che include l'intera città dissolvendo il confine fra formale e informale. Le narrazioni e le pratiche dei miei interlocutori mettono in luce una zona grigia nella quale si generano opportunità per il futuro ed inclusione, ma contemporaneamente anche violenza e riproduzione delle disuguaglianze. Il prendere parte alle attività di lavoro è il risultato di costanti negoziazioni che rivelano i limiti del mio posizionamento, ma anche specifiche forme di produzione, scambio e distribuzione del valore. A seconda del grado di coinvolgimento nelle dinamiche economiche, delle aspettative e dei saperi incorporati, le parole e le pratiche dei miei interlocutori sono un paesaggio che connette persone e materia in modi creativi e opportunistici.

Vivere e lavorare con i rifiuti. Pratiche della generazione e del recupero del valore: un'etnografia nella discarica municipale di Nairobi.

Russo, Federico
2021/2022

Abstract

Situata nella periferia di Nairobi (Ke), Boma è la discarica più grande dell'East Africa. Qui migliaia di persone si guadagnano da vivere attraverso la raccolta e la vendita di materiali proveniente da ogni parte dell'area metropolitana della capitale. Basandomi sulla ricerca etnografica da me condotta (Feb.–Ott. 2019) esploro i processi di generazione e recupero del valore nell'incontro fra materia e persone. Contrariamente agli approcci strutturalisti, costruttivisti ed antropocentrici, i quali leggerebbero Boma come una zona di esclusione, di fine e di non-ritorno per rifiuti materiali e sociali, il sito emerge come luogo vibrante ed in divenire, dove eterogenei interessi economici si incontrano e si scontrano dando forma ad una complessa economia dei rifiuti che include l'intera città dissolvendo il confine fra formale e informale. Le narrazioni e le pratiche dei miei interlocutori mettono in luce una zona grigia nella quale si generano opportunità per il futuro ed inclusione, ma contemporaneamente anche violenza e riproduzione delle disuguaglianze. Il prendere parte alle attività di lavoro è il risultato di costanti negoziazioni che rivelano i limiti del mio posizionamento, ma anche specifiche forme di produzione, scambio e distribuzione del valore. A seconda del grado di coinvolgimento nelle dinamiche economiche, delle aspettative e dei saperi incorporati, le parole e le pratiche dei miei interlocutori sono un paesaggio che connette persone e materia in modi creativi e opportunistici.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/11274