La teoria delle aspettative della struttura a termine viene spesso verificata tramite analisi di cointegrazione, testando la stazionarietà del differenziale di rendimento tra i tassi a breve e lungo termine. Nonostante l’ipotesi di aspettative implichi che lo spread sia un processo stazionario, in quanto somma di serie stazionarie, in questo lavoro si dimostra come, soprattutto all’aumentare del termine, lo spread si comporta maggiormente come un processo non stazionario, rendendo inadeguati i test di cointegrazione. La trattazione è costituita da una prima parte di introduzione su struttura a termine dei tassi di interesse e teoria delle aspettative. Nella seconda parte vengono presentati alcuni concetti chiave in ambito di serie storiche, necessari a una migliore comprensione dell’analisi successivamente svolta. Quest’ultima è stata condotta utilizzando i rendimenti sui Treasury americani a 1,3,5,10 anni e il Federal Fund Rate, ovvero il tasso di policy della Federal Reserve. Si è innanzitutto rilevata la non stazionarietà dei rendimenti, ma la presenza di uno stesso ordine di integrazione ha permesso l’utilizzo delle tecniche di cointegrazione. Lo studio è proseguito con la costruzione degli spread tra i vari tassi di interesse, testandone la stazionarietà per verificare l’effettiva sussistenza di una relazione di cointegrazione. Il differenziale di rendimento è risultato convergere ad un processo non stazionario, in particolare all’aumentare del termine. Per verificare la robustezza dei risultati ottenuti, si sono poi rilassate alcune delle assunzioni iniziali. Si è proceduto a costruire un modello a correzione dell’errore (ECM), stimando il termine di correzione con la procedura di Engle e Granger, trovando conferme a supporto dei risultati precedenti. Oltre ad avere un significato statistico importante, i risultati raggiunti meritano di essere tenuti in considerazione nell’ambito della politica monetaria. Se il legame tra tassi a lungo e a breve si indebolisce all’aumentare dello spread, viene minacciato un aspetto cruciale del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Le banche centrali possono controllare i tassi chiave, come il Federal Fund Rate nel caso della Fed, influenzando altri tassi a breve. Tuttavia, questo effetto potrebbe non trasmettersi in modo prevedibile ai rendimenti a più lunga scadenza.
Teoria delle aspettative e struttura a termine dei tassi di interesse: un'analisi di cointegrazione
Stefanini, Matteo
2024/2025
Abstract
La teoria delle aspettative della struttura a termine viene spesso verificata tramite analisi di cointegrazione, testando la stazionarietà del differenziale di rendimento tra i tassi a breve e lungo termine. Nonostante l’ipotesi di aspettative implichi che lo spread sia un processo stazionario, in quanto somma di serie stazionarie, in questo lavoro si dimostra come, soprattutto all’aumentare del termine, lo spread si comporta maggiormente come un processo non stazionario, rendendo inadeguati i test di cointegrazione. La trattazione è costituita da una prima parte di introduzione su struttura a termine dei tassi di interesse e teoria delle aspettative. Nella seconda parte vengono presentati alcuni concetti chiave in ambito di serie storiche, necessari a una migliore comprensione dell’analisi successivamente svolta. Quest’ultima è stata condotta utilizzando i rendimenti sui Treasury americani a 1,3,5,10 anni e il Federal Fund Rate, ovvero il tasso di policy della Federal Reserve. Si è innanzitutto rilevata la non stazionarietà dei rendimenti, ma la presenza di uno stesso ordine di integrazione ha permesso l’utilizzo delle tecniche di cointegrazione. Lo studio è proseguito con la costruzione degli spread tra i vari tassi di interesse, testandone la stazionarietà per verificare l’effettiva sussistenza di una relazione di cointegrazione. Il differenziale di rendimento è risultato convergere ad un processo non stazionario, in particolare all’aumentare del termine. Per verificare la robustezza dei risultati ottenuti, si sono poi rilassate alcune delle assunzioni iniziali. Si è proceduto a costruire un modello a correzione dell’errore (ECM), stimando il termine di correzione con la procedura di Engle e Granger, trovando conferme a supporto dei risultati precedenti. Oltre ad avere un significato statistico importante, i risultati raggiunti meritano di essere tenuti in considerazione nell’ambito della politica monetaria. Se il legame tra tassi a lungo e a breve si indebolisce all’aumentare dello spread, viene minacciato un aspetto cruciale del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Le banche centrali possono controllare i tassi chiave, come il Federal Fund Rate nel caso della Fed, influenzando altri tassi a breve. Tuttavia, questo effetto potrebbe non trasmettersi in modo prevedibile ai rendimenti a più lunga scadenza.File | Dimensione | Formato | |
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