La tesi indaga la nascita, l’evoluzione e il tramonto dell’identità spiccatamente industriale di Alte Ceccato, una frazione del comune vicentino di Montecchio Maggiore, a partire dal legame tra il centro abitato e l’azienda meccanica Ceccato, da cui il nome stesso della località. La ricerca si basa su testimonianze orali raccolte in passato e oggi, articoli di quotidiani e riviste e documenti dell’archivio comunale. La vocazione produttiva di Alte, nata dallo spirito visionario e paternalistico di Pietro Ceccato che vi favorì l’insediamento di numerose altre aziende, si è smorzata poco a poco: già il piano regolator del 1975 indica lo spostamento delle attività produttive in nuove zone industriali periferiche al paese e le aziende stesse, bisognose di più spazio, gradualmente lasciano il centro di Alte, creando dei vuoti sia urbanistici che di identità. Nel 2000 anche la Ceccato si è spostata dalla sede storica. Nonostante il tessuto produttivo non offra più lavoro, il contesto abitativo ormai anonimo continua ad attrarre abitanti: sono gli immigrati di origine extra europea, dagli anni ’90 in particolare provenienti dal Bangladesh, che trovando alloggio nei vecchi palazzi per operai si sono insediati nell’originario nucleo abitativo, dando ad esso un nuovo volto e nuovi significati. Grazie alle ondate migratorie che caratterizzano il popolamento di Alte fin dalle origini, il paese ha assunto una nuova identità: non più industriale, ma commerciale, residenziale e, soprattutto, multietnica.

Alte Ceccato: da cittadella industriale a zona residenziale multietnica. Dagli anni Cinquanta ad oggi.

Schiavo, Caterina
2021/2022

Abstract

La tesi indaga la nascita, l’evoluzione e il tramonto dell’identità spiccatamente industriale di Alte Ceccato, una frazione del comune vicentino di Montecchio Maggiore, a partire dal legame tra il centro abitato e l’azienda meccanica Ceccato, da cui il nome stesso della località. La ricerca si basa su testimonianze orali raccolte in passato e oggi, articoli di quotidiani e riviste e documenti dell’archivio comunale. La vocazione produttiva di Alte, nata dallo spirito visionario e paternalistico di Pietro Ceccato che vi favorì l’insediamento di numerose altre aziende, si è smorzata poco a poco: già il piano regolator del 1975 indica lo spostamento delle attività produttive in nuove zone industriali periferiche al paese e le aziende stesse, bisognose di più spazio, gradualmente lasciano il centro di Alte, creando dei vuoti sia urbanistici che di identità. Nel 2000 anche la Ceccato si è spostata dalla sede storica. Nonostante il tessuto produttivo non offra più lavoro, il contesto abitativo ormai anonimo continua ad attrarre abitanti: sono gli immigrati di origine extra europea, dagli anni ’90 in particolare provenienti dal Bangladesh, che trovando alloggio nei vecchi palazzi per operai si sono insediati nell’originario nucleo abitativo, dando ad esso un nuovo volto e nuovi significati. Grazie alle ondate migratorie che caratterizzano il popolamento di Alte fin dalle origini, il paese ha assunto una nuova identità: non più industriale, ma commerciale, residenziale e, soprattutto, multietnica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/10029