Il presente lavoro consiste in una ricerca qualitativa su un singolo caso, di un ragazzo di 25 anni affetto da Sindrome di Down, con evidenti limiti nella produzione vocale. La comunicazione con il ragazzo risulta complessa; infatti, nonostante sia in grado di comprendere ciò che gli viene detto, il soggetto non è sempre capace di farsi capire dagli interlocutori. Lo strumento principale usato dagli educatori che l’hanno seguito durante l’infanzia e quelli che lo seguono attualmente è la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) con l'ausilio di simboli grafici. Obbiettivo di questo studio è introdurre i segni della lingua dei segni italiana (LIS), adattati alle esigenze fisiche e articolatorie del ragazzo, come strumento per arricchire il suo vocabolario e agevolare di conseguenza le interazioni con le persone che lo circondano nella quotidianità. Il training attuato è durato tre mesi e mezzo, durante il quale il ragazzo ha assimilato diversi nuovi termini e imparato ad applicarne alcuni nella sua comunicazione abituale. Altro obbiettivo intrinseco allo studio è stato quello di introdurre la LIS come Comunicazione Aumentativa Alternativa al gruppo di educatori della struttura diurna dove è stato condotto il training e dove il ragazzo permane per diverse ore settimanali. Questa ricerca rappresenta la conferma delle potenzialità delle lingue dei segni come strumento per favorire l’interazione in casi di disabilità comunicative.
LIS e Sindrome di Down: un caso di studio. I segni come strumento per agevolare la comunicazione.
Morassut, Anna
2024/2025
Abstract
Il presente lavoro consiste in una ricerca qualitativa su un singolo caso, di un ragazzo di 25 anni affetto da Sindrome di Down, con evidenti limiti nella produzione vocale. La comunicazione con il ragazzo risulta complessa; infatti, nonostante sia in grado di comprendere ciò che gli viene detto, il soggetto non è sempre capace di farsi capire dagli interlocutori. Lo strumento principale usato dagli educatori che l’hanno seguito durante l’infanzia e quelli che lo seguono attualmente è la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) con l'ausilio di simboli grafici. Obbiettivo di questo studio è introdurre i segni della lingua dei segni italiana (LIS), adattati alle esigenze fisiche e articolatorie del ragazzo, come strumento per arricchire il suo vocabolario e agevolare di conseguenza le interazioni con le persone che lo circondano nella quotidianità. Il training attuato è durato tre mesi e mezzo, durante il quale il ragazzo ha assimilato diversi nuovi termini e imparato ad applicarne alcuni nella sua comunicazione abituale. Altro obbiettivo intrinseco allo studio è stato quello di introdurre la LIS come Comunicazione Aumentativa Alternativa al gruppo di educatori della struttura diurna dove è stato condotto il training e dove il ragazzo permane per diverse ore settimanali. Questa ricerca rappresenta la conferma delle potenzialità delle lingue dei segni come strumento per favorire l’interazione in casi di disabilità comunicative.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/9915