La tesi consiste in uno studio approfondito delle fonti antiche riguardanti Clistene e la sua azione riformatrice ad Atene sul finir del VI secolo a.C., prestando particolare attenzione a quelle meno note e più trascurate dagli studiosi moderni. Lo scopo dell’indagine non si esaurisce infatti nel tentativo di riproporre le considerazioni formulate da altri studiosi in precedenza, ma è piuttosto quello di mostrare che l’analisi della tradizione scritta restituisce un’immagine di Clistene e delle sue riforme che non risulta affatto scontato, anzi al quanto ambiguo. Il doppio ritratto dello statista trova ragion d’essere nel fatto che accanto alle fonti più note come Erodoto (V, 66-73) e Aristotele (AP 20-22), la tradizione ha anche conservato un considerevole numero di citazioni e riferimenti che dimostrano quanto le riforme clisteniche siano state sin dall’antichità oggetto di palesi contraddizioni, derivate dalla volontà di associare ad esse una precisa ma superflua connotazione politica. L’evidente ambiguità non va dunque ignorata, bensì considerata teste del fatto che alla base della più corretta riflessione teorica attorno ad un fatto storico di tale importanza deve esserci innanzitutto un attento esame dei testi antichi, i quali manifestano che le riforme clisteniche vanno considerate dapprima come l’istituzione di un nuovo ordine civico.

Una nuova società per una diversa politica. Le riforme di Clistene l'Alcmeonide al vaglio delle fonti

Costantini, Paolo
2014/2015

Abstract

La tesi consiste in uno studio approfondito delle fonti antiche riguardanti Clistene e la sua azione riformatrice ad Atene sul finir del VI secolo a.C., prestando particolare attenzione a quelle meno note e più trascurate dagli studiosi moderni. Lo scopo dell’indagine non si esaurisce infatti nel tentativo di riproporre le considerazioni formulate da altri studiosi in precedenza, ma è piuttosto quello di mostrare che l’analisi della tradizione scritta restituisce un’immagine di Clistene e delle sue riforme che non risulta affatto scontato, anzi al quanto ambiguo. Il doppio ritratto dello statista trova ragion d’essere nel fatto che accanto alle fonti più note come Erodoto (V, 66-73) e Aristotele (AP 20-22), la tradizione ha anche conservato un considerevole numero di citazioni e riferimenti che dimostrano quanto le riforme clisteniche siano state sin dall’antichità oggetto di palesi contraddizioni, derivate dalla volontà di associare ad esse una precisa ma superflua connotazione politica. L’evidente ambiguità non va dunque ignorata, bensì considerata teste del fatto che alla base della più corretta riflessione teorica attorno ad un fatto storico di tale importanza deve esserci innanzitutto un attento esame dei testi antichi, i quali manifestano che le riforme clisteniche vanno considerate dapprima come l’istituzione di un nuovo ordine civico.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/9712