Le popolazioni bilingui bidialettali tendono a condividere molte peculiarità, condivise anche dai parlanti friulano: l’input linguistico ridotto, le limitate situazioni d’uso ed una conoscenza della lingua principalmente orale. Il dialetto, inoltre, è tendenzialmente fin da subito accompagnato dalla lingua maggioritaria del paese in cui si vive; tuttavia, si conserva in modo migliore rispetto alle lingue d’eredità e, soprattutto in Friuli gode, di un buon status sociolinguistico: conosciuto, diffuso e in alcune circostanze anche insegnato a scuola. A questo quadro teorico si applica l’ipotesi dell’interfaccia (Sorace e Serratrice, 2013), che spiegherebbe la maggior vulnerabilità dell’interfaccia esterna (sintassi-discorsiva, legata alla pragmatica) in fenomeni di contatto interlinguistico. Considerando anche i risultati di Kupish (2016), che testimoniano una maggior tolleranza di strutture inappropriate da parte di bambini bidialettali veneti, è sorta l’ipotesi di poter osservare un fenomeno simile in popolazioni friulane adulte. Per verificare questa ipotesi è stata selezionata una struttura tipica della lingua friulana assente in italiano: i pronomi clitici soggetto. Questa serie di pronomi atoni si trovano generalmente in posizione preverbale, presentano una declinazione completa e sono obbligatori in qualunque condizione sintattica: per queste caratteristiche peculiari sono stati scelti come oggetti dello studio. Ai partecipanti è stato dunque somministrato un questionario online diviso in tre parti: un task di giudizio di grammaticalità (in cui veniva chiesto di esprimere il proprio giudizio su una frase attraverso una scala da 1 a 6); un task di giudizio di preferenza (dov’era richiesto di completare un fumetto vuoto con una delle tre frasi disponibili); infine un questionario per indagare la storia e le abitudini linguistiche dei partecipanti, in modo da dividerli adeguatamente nei gruppi corrispondenti. La previsione è che i gruppi più esposti alla lingua friulana forniscano maggiori percentuali di giudizi positivi di grammaticalità nelle frasi influenzate dal friulano e che esprimano una preferenza nell’uso di queste strutture. I risultati sono stati infine confrontati con due gruppi di controllo: uno di persone provenienti dal Nord Italia che conoscono il proprio dialetto locale ed un gruppo di persone provenienti dal Centro-Sud Italia.
Bidialettalismo in Friuli - uno studio sui pronomi clitici soggetto
Romeo, Federico
2021/2022
Abstract
Le popolazioni bilingui bidialettali tendono a condividere molte peculiarità, condivise anche dai parlanti friulano: l’input linguistico ridotto, le limitate situazioni d’uso ed una conoscenza della lingua principalmente orale. Il dialetto, inoltre, è tendenzialmente fin da subito accompagnato dalla lingua maggioritaria del paese in cui si vive; tuttavia, si conserva in modo migliore rispetto alle lingue d’eredità e, soprattutto in Friuli gode, di un buon status sociolinguistico: conosciuto, diffuso e in alcune circostanze anche insegnato a scuola. A questo quadro teorico si applica l’ipotesi dell’interfaccia (Sorace e Serratrice, 2013), che spiegherebbe la maggior vulnerabilità dell’interfaccia esterna (sintassi-discorsiva, legata alla pragmatica) in fenomeni di contatto interlinguistico. Considerando anche i risultati di Kupish (2016), che testimoniano una maggior tolleranza di strutture inappropriate da parte di bambini bidialettali veneti, è sorta l’ipotesi di poter osservare un fenomeno simile in popolazioni friulane adulte. Per verificare questa ipotesi è stata selezionata una struttura tipica della lingua friulana assente in italiano: i pronomi clitici soggetto. Questa serie di pronomi atoni si trovano generalmente in posizione preverbale, presentano una declinazione completa e sono obbligatori in qualunque condizione sintattica: per queste caratteristiche peculiari sono stati scelti come oggetti dello studio. Ai partecipanti è stato dunque somministrato un questionario online diviso in tre parti: un task di giudizio di grammaticalità (in cui veniva chiesto di esprimere il proprio giudizio su una frase attraverso una scala da 1 a 6); un task di giudizio di preferenza (dov’era richiesto di completare un fumetto vuoto con una delle tre frasi disponibili); infine un questionario per indagare la storia e le abitudini linguistiche dei partecipanti, in modo da dividerli adeguatamente nei gruppi corrispondenti. La previsione è che i gruppi più esposti alla lingua friulana forniscano maggiori percentuali di giudizi positivi di grammaticalità nelle frasi influenzate dal friulano e che esprimano una preferenza nell’uso di queste strutture. I risultati sono stati infine confrontati con due gruppi di controllo: uno di persone provenienti dal Nord Italia che conoscono il proprio dialetto locale ed un gruppo di persone provenienti dal Centro-Sud Italia.File | Dimensione | Formato | |
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