L'elaborato vuole sottolineare la differenza tra la città medievale reale, ed il concetto di città che veniva rappresentato in versi o figurativamente. Il problema della città altomedievale, già molto ampio e complesso, verrà rapportato al caso specifico della città di Verona, di cui esiste una descrizione ritmata di IX secolo, il Versus, e un'immagine dipinta, l'Iconografia, della quale non è possibile individuare una datazione certa. Queste due rappresentazioni, contenute in un manoscritto di proprietà del vescovo Raterio e conservato a Lobbes, sono andate perdute durante la rivoluzione francese, e ci sono note attraverso alcune copie settecentesche. L'assenza del codice originale ne rende difficile la datazione, e il riconoscimento della paternità. Gli edifici presenti nelle due descrizioni, trovano notevoli differenze con le evidenze archeologiche. Riguardo la datazione dell'Iconografia, incerta e dunque potenzialmente problematica nell'utilizzo come fonte, verranno proposte alcune ipotesi, tra loro molto diverse, che tuttavia risulteranno pressoché irrilevanti se inserite in un più ampio contesto culturale. La trattazione si concluderà con un confronto tra gli elementi emersi dallo studio di ritmo e Iconografia, e le evidenze archeologiche principali, per dimostrare che le differenze che risulteranno non sono frutto di una discrepanza temporale, quanto di una mentalità che pone i due aspetti su due diversi piani.

Città reale, città rappresentata: il caso di Verona

Nodari, Sara
2020/2021

Abstract

L'elaborato vuole sottolineare la differenza tra la città medievale reale, ed il concetto di città che veniva rappresentato in versi o figurativamente. Il problema della città altomedievale, già molto ampio e complesso, verrà rapportato al caso specifico della città di Verona, di cui esiste una descrizione ritmata di IX secolo, il Versus, e un'immagine dipinta, l'Iconografia, della quale non è possibile individuare una datazione certa. Queste due rappresentazioni, contenute in un manoscritto di proprietà del vescovo Raterio e conservato a Lobbes, sono andate perdute durante la rivoluzione francese, e ci sono note attraverso alcune copie settecentesche. L'assenza del codice originale ne rende difficile la datazione, e il riconoscimento della paternità. Gli edifici presenti nelle due descrizioni, trovano notevoli differenze con le evidenze archeologiche. Riguardo la datazione dell'Iconografia, incerta e dunque potenzialmente problematica nell'utilizzo come fonte, verranno proposte alcune ipotesi, tra loro molto diverse, che tuttavia risulteranno pressoché irrilevanti se inserite in un più ampio contesto culturale. La trattazione si concluderà con un confronto tra gli elementi emersi dallo studio di ritmo e Iconografia, e le evidenze archeologiche principali, per dimostrare che le differenze che risulteranno non sono frutto di una discrepanza temporale, quanto di una mentalità che pone i due aspetti su due diversi piani.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/8797