Il presente lavoro si pone come obiettivo l’indagare le molteplici modalità di interazione che intercorrono tra i vari attori sociali nella zona di via E. Valmarana (quartiere Arcella, Padova) e come quelle interazioni influenzino e siano influenzate dallo spazio in cui sono inserite. La via si colloca in quello che è il quartiere più multiculturale della città: un contesto caratterizzato dalla forte presenza di residenti immigrati e di origine immigrata, da una rappresentazione mediatica tesa a stigmatizzarne la presenza e dalla scarsa progettualità sul lungo periodo da parte delle istituzioni. Il lavoro, che si pone in continuità con l’etnografia urbana, prende in esame la configurazione urbanistico-architettonica, le interazioni tra gli attori sociali e la copertura mediatica (o la sua totale assenza) di tre luoghi chiave di via Valmarana: il blocco composto da centro parrocchiale, parcheggio pubblico gratuito e il complesso di edifici ‘Configliachi’, uno spazio verde abbandonato con il suo spazio antistante e l’asilo pubblico. Dopo aver individuati i luoghi notevoli della via si è cercato di capire chi fossero gli attori che effettivamente operavano in loco e quale fosse la loro funzione. Se ci fossero realmente attori storici e attori di recente comparsa, quali fossero i rapporti che intercorrevano e le eventuali gerarchie di potere. In un secondo momento si è investigato quali fossero le strategie di convivenza, di ri-territorializzazione e ri-definizione degli spazi messe in atto. Per fare ciò è stata fatta un’ampia ricerca sulla storia pregressa del quartiere, un lavoro di collazione e studio della rassegna stampa locale e sono state effettuate oltre venticinque interviste ad alcuni dei principali utenti di quegli spazi. I risultati mostrano come negli spazi studiati le interazioni tra attori sociali siano più complesse e stratificate di quelle descritte dai media e sulle quali intervengono le istituzioni. Mostrano come gli quei luoghi diventino spazi di incontro e ri-definizione di equilibri e rapporti di forza, prima frontiera padovana di un multiculturalismo quotidiano destinato a diventare modello per il futuro.

Le dinamiche transculturali quotidiane negli spazi urbani di via E. Valmarana.

Torresin, Alvise
2016/2017

Abstract

Il presente lavoro si pone come obiettivo l’indagare le molteplici modalità di interazione che intercorrono tra i vari attori sociali nella zona di via E. Valmarana (quartiere Arcella, Padova) e come quelle interazioni influenzino e siano influenzate dallo spazio in cui sono inserite. La via si colloca in quello che è il quartiere più multiculturale della città: un contesto caratterizzato dalla forte presenza di residenti immigrati e di origine immigrata, da una rappresentazione mediatica tesa a stigmatizzarne la presenza e dalla scarsa progettualità sul lungo periodo da parte delle istituzioni. Il lavoro, che si pone in continuità con l’etnografia urbana, prende in esame la configurazione urbanistico-architettonica, le interazioni tra gli attori sociali e la copertura mediatica (o la sua totale assenza) di tre luoghi chiave di via Valmarana: il blocco composto da centro parrocchiale, parcheggio pubblico gratuito e il complesso di edifici ‘Configliachi’, uno spazio verde abbandonato con il suo spazio antistante e l’asilo pubblico. Dopo aver individuati i luoghi notevoli della via si è cercato di capire chi fossero gli attori che effettivamente operavano in loco e quale fosse la loro funzione. Se ci fossero realmente attori storici e attori di recente comparsa, quali fossero i rapporti che intercorrevano e le eventuali gerarchie di potere. In un secondo momento si è investigato quali fossero le strategie di convivenza, di ri-territorializzazione e ri-definizione degli spazi messe in atto. Per fare ciò è stata fatta un’ampia ricerca sulla storia pregressa del quartiere, un lavoro di collazione e studio della rassegna stampa locale e sono state effettuate oltre venticinque interviste ad alcuni dei principali utenti di quegli spazi. I risultati mostrano come negli spazi studiati le interazioni tra attori sociali siano più complesse e stratificate di quelle descritte dai media e sulle quali intervengono le istituzioni. Mostrano come gli quei luoghi diventino spazi di incontro e ri-definizione di equilibri e rapporti di forza, prima frontiera padovana di un multiculturalismo quotidiano destinato a diventare modello per il futuro.
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