Con la presente ricerca ho cercato di indagare i molteplici e contemporanei strati di significato che la Festa dei Gigli assume a Casavatore, uno dei tradizionali luoghi di dislocamento dell’originaria manifestazione nolana. L’indagine, condotta durante l’estate 2023, si divide in una prima parte introduttiva, relativa al profilo storico della città e all’organizzazione della festa; segue una seconda sezione incentrata sul lavoro di ricerca etnografico e, infine, una terza parte conclusiva e proponente nuove e possibili linee di ricerca future. Uno degli elementi emersi durante l’indagine risulta il forte senso di scollamento tra l’evento festivo e il suo spazio pubblico di radicamento. Casavatore, infatti, sembra quasi non riconoscersi nella Festa dei Gigli e, viceversa, per i giglianti, la città emerge solo come mappa affettiva, dove si collocano geograficamente gli episodi più significativi delle passate feste e i ricordi legati agli abitanti storici che ne hanno fondato la tradizione. Nel 2017 la città sembra addirittura “tradire la tradizione”, “sabotarla”: con l’accusa di infiltrazione camorristica, il Comune ne vieta gli allestimenti, prolungandone la sospensione fino al termine della politica pandemica. Ma nel 2023 l’attesa termina e l’intero tessuto urbano si trova nuovamente implicato nel dispositivo culturale e simbolico del Giglio. Osservando il fenomeno nella sua complessità e contraddittorietà, ho cercato di reinterpretare la storia di Casavatore a partire dai suoi Gigli, dalle fratture che la festa ha creato e dalle impreviste possibilità di riappropriazione culturali e politiche che essa offre.

Microfoni selvaggi. Ricerca etnografica sui Gigli di Casavatore 2023

Lizio, Federica
2024/2025

Abstract

Con la presente ricerca ho cercato di indagare i molteplici e contemporanei strati di significato che la Festa dei Gigli assume a Casavatore, uno dei tradizionali luoghi di dislocamento dell’originaria manifestazione nolana. L’indagine, condotta durante l’estate 2023, si divide in una prima parte introduttiva, relativa al profilo storico della città e all’organizzazione della festa; segue una seconda sezione incentrata sul lavoro di ricerca etnografico e, infine, una terza parte conclusiva e proponente nuove e possibili linee di ricerca future. Uno degli elementi emersi durante l’indagine risulta il forte senso di scollamento tra l’evento festivo e il suo spazio pubblico di radicamento. Casavatore, infatti, sembra quasi non riconoscersi nella Festa dei Gigli e, viceversa, per i giglianti, la città emerge solo come mappa affettiva, dove si collocano geograficamente gli episodi più significativi delle passate feste e i ricordi legati agli abitanti storici che ne hanno fondato la tradizione. Nel 2017 la città sembra addirittura “tradire la tradizione”, “sabotarla”: con l’accusa di infiltrazione camorristica, il Comune ne vieta gli allestimenti, prolungandone la sospensione fino al termine della politica pandemica. Ma nel 2023 l’attesa termina e l’intero tessuto urbano si trova nuovamente implicato nel dispositivo culturale e simbolico del Giglio. Osservando il fenomeno nella sua complessità e contraddittorietà, ho cercato di reinterpretare la storia di Casavatore a partire dai suoi Gigli, dalle fratture che la festa ha creato e dalle impreviste possibilità di riappropriazione culturali e politiche che essa offre.
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