La ricerca si pone come obbiettivo quello di ricostruire i rapporti tra amministrazione della giustizia criminale e conflittualità entro un frammento della contea asburgica del Tirolo: la valle di Primiero, giurisdizione feudale ai confini con la Repubblica di Venezia, sospesa tra l’appartenenza politica all’impero germanico e l’affinità culturale con il mondo italiano. Gli incartamenti processuali prodotti dall’attività del tribunale del maleficio locale, nel periodo compreso tra la seconda metà del Cinquecento e la prima metà del Seicento, sono l’oggetto centrale di questo studio. Il lavoro si apre con l’indagine sul profilo politico, istituzionale ed economico e sulla conformazione giurisdizionale del territorio considerato. E’ affrontato poi il tema del pluralismo giuridico e del sistema di valori che animano i conflitti e le pratiche di giustizia. In esso, uno spazio particolare è riservato alla faida. Lo studio si conclude con una disamina della prassi e delle ritualità processuali, in cui si tenta di cogliere, da un lato, la forza persistente di una dimensione comunitaria della giustizia, orientata a veicolare i fenomeni di "inimicitia" e ad aderire al sistema giuridico consuetudinario locale; dall’altro lato, di porre in luce l’enuclearsi, entro episodi particolari, di una delegittimazione della gestione tradizionale dei conflitti, con l’emergere di ingerenze delle magistrature enipontane e di tratti di una nuova dimensione punitiva della giustizia.
L’inimicitia ai confini. Giustizia e conflittualità nel feudo tirolese della valle di Primiero tra XVI e XVII secolo
Rampanelli, Samuele
2016/2017
Abstract
La ricerca si pone come obbiettivo quello di ricostruire i rapporti tra amministrazione della giustizia criminale e conflittualità entro un frammento della contea asburgica del Tirolo: la valle di Primiero, giurisdizione feudale ai confini con la Repubblica di Venezia, sospesa tra l’appartenenza politica all’impero germanico e l’affinità culturale con il mondo italiano. Gli incartamenti processuali prodotti dall’attività del tribunale del maleficio locale, nel periodo compreso tra la seconda metà del Cinquecento e la prima metà del Seicento, sono l’oggetto centrale di questo studio. Il lavoro si apre con l’indagine sul profilo politico, istituzionale ed economico e sulla conformazione giurisdizionale del territorio considerato. E’ affrontato poi il tema del pluralismo giuridico e del sistema di valori che animano i conflitti e le pratiche di giustizia. In esso, uno spazio particolare è riservato alla faida. Lo studio si conclude con una disamina della prassi e delle ritualità processuali, in cui si tenta di cogliere, da un lato, la forza persistente di una dimensione comunitaria della giustizia, orientata a veicolare i fenomeni di "inimicitia" e ad aderire al sistema giuridico consuetudinario locale; dall’altro lato, di porre in luce l’enuclearsi, entro episodi particolari, di una delegittimazione della gestione tradizionale dei conflitti, con l’emergere di ingerenze delle magistrature enipontane e di tratti di una nuova dimensione punitiva della giustizia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/7591