Obiettivo di questo studio è indagare un determinato aspetto della multiforme figura del pittore albese Pinot Gallizio: ovvero ripercorrere la storia delle mostre postume dedicate all’artista e approfondire la fortuna critica che si costruisce in seguito alla sua morte. Dopo un’introduzione generale dedicata a mostrare la necessità di studiare la storia delle mostre, e una presentazione epidermica della vita, delle opere e delle principali esposizioni in vita di Gallizio, si procederà nella prima parte con la storia delle mostre postume personali, a partire dalla Biennale del 1964 che segnerà l’inizio di questo percorso. Nella seconda parte invece si ricostruiranno le esposizioni, sempre postume, ma collettive: Gallizio si era sempre circondato da numerose personalità, aveva portato ad Alba, la sua città, numerose figure della cultura europea, e dunque considerare il suo lavoro all’interno di questo complesso di relazioni restituisce un’idea della sua pittura più profonda e criticamente accurata. I due principali strumenti per questa analisi saranno i cataloghi editi in occasione delle mostre ma anche le numerose recensioni, spesso di importanti firme del mondo culturale, che tratteggiano il pensiero critico che si è di volta in volta manifestato. L’ultima sezione, infine, rifletterà su quei numerosi contributi in cui, a partire dagli anni Sessanta, appare il nome di Gallizio come un riferimento; questi, che riguardano architettura, ceramiche, correnti artistiche, e l’influenza sugli artisti della nuova generazione, anche se collaterali alla pittura, restituiscono un quadro sempre più completo dell’attività, a tratti frenetica, dell’uomo Gallizio e della sua eredità. Come la sua pittura industriale, anche lo studio di questo artista deve procedere continuando a srotolare informazioni, dettagli e nuove suggestioni.

“Il mondo sarà la scena e la controscena di una rappresentazione continua”. Pinot Gallizio: storia delle mostre postume e della sua fortuna critica.

Manera, Leonardo
2021/2022

Abstract

Obiettivo di questo studio è indagare un determinato aspetto della multiforme figura del pittore albese Pinot Gallizio: ovvero ripercorrere la storia delle mostre postume dedicate all’artista e approfondire la fortuna critica che si costruisce in seguito alla sua morte. Dopo un’introduzione generale dedicata a mostrare la necessità di studiare la storia delle mostre, e una presentazione epidermica della vita, delle opere e delle principali esposizioni in vita di Gallizio, si procederà nella prima parte con la storia delle mostre postume personali, a partire dalla Biennale del 1964 che segnerà l’inizio di questo percorso. Nella seconda parte invece si ricostruiranno le esposizioni, sempre postume, ma collettive: Gallizio si era sempre circondato da numerose personalità, aveva portato ad Alba, la sua città, numerose figure della cultura europea, e dunque considerare il suo lavoro all’interno di questo complesso di relazioni restituisce un’idea della sua pittura più profonda e criticamente accurata. I due principali strumenti per questa analisi saranno i cataloghi editi in occasione delle mostre ma anche le numerose recensioni, spesso di importanti firme del mondo culturale, che tratteggiano il pensiero critico che si è di volta in volta manifestato. L’ultima sezione, infine, rifletterà su quei numerosi contributi in cui, a partire dagli anni Sessanta, appare il nome di Gallizio come un riferimento; questi, che riguardano architettura, ceramiche, correnti artistiche, e l’influenza sugli artisti della nuova generazione, anche se collaterali alla pittura, restituiscono un quadro sempre più completo dell’attività, a tratti frenetica, dell’uomo Gallizio e della sua eredità. Come la sua pittura industriale, anche lo studio di questo artista deve procedere continuando a srotolare informazioni, dettagli e nuove suggestioni.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/7447