Scopo del presente lavoro è l’individuazione della palette di colori e dei materiali utilizzati per copiare e decorare due importanti serie di antifonari custodite nella Biblioteca Capitolare di Padova con metodi non invasivi o microinvasivi. Tali serie, entrambe di notevole pregio e importanza, in particolare la più antica attribuita al Maestro degli Antifonari, che presenta precocissime e precise riprese dell’iconografia giottesca nella cappella degli Scrovegni, sono state oggetto di approfonditi studi da parte di storici dell’arte e codicologi, che hanno permesso di collocarle entro determinati ambiti cronologici e geografici. I metodi utilizzati per l’analisi sono stati tecniche di imaging, come riflettografie infrarosse (IRR)per svelare il disegno sottostante, riflettografie infrarosse in falso colore(FCIRR)e fotografie in luce ultravioletta nota per coadiuvare il riconoscimento dei pigmenti e per fornire un riferimento visivo della disposizione di essi all’interno delle decorazioni, fluorescenza ai raggi X (XRF)e spettroscopia Raman eseguita su microframmenti caduti e raccolti con un tampone. Le informazioni ottenute dai vari metodi sono state integrate perché i risultati fossero significativi da un punto di vista scientifico.

Caratterizzazione della palette utilizzata in due serie di antifonari medievali conservati presso la Biblioteca Capitolare di Padova con metodi non invasivi e microinvasivi.

Giaretta Galgaro, Giulia
2014/2015

Abstract

Scopo del presente lavoro è l’individuazione della palette di colori e dei materiali utilizzati per copiare e decorare due importanti serie di antifonari custodite nella Biblioteca Capitolare di Padova con metodi non invasivi o microinvasivi. Tali serie, entrambe di notevole pregio e importanza, in particolare la più antica attribuita al Maestro degli Antifonari, che presenta precocissime e precise riprese dell’iconografia giottesca nella cappella degli Scrovegni, sono state oggetto di approfonditi studi da parte di storici dell’arte e codicologi, che hanno permesso di collocarle entro determinati ambiti cronologici e geografici. I metodi utilizzati per l’analisi sono stati tecniche di imaging, come riflettografie infrarosse (IRR)per svelare il disegno sottostante, riflettografie infrarosse in falso colore(FCIRR)e fotografie in luce ultravioletta nota per coadiuvare il riconoscimento dei pigmenti e per fornire un riferimento visivo della disposizione di essi all’interno delle decorazioni, fluorescenza ai raggi X (XRF)e spettroscopia Raman eseguita su microframmenti caduti e raccolti con un tampone. Le informazioni ottenute dai vari metodi sono state integrate perché i risultati fossero significativi da un punto di vista scientifico.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/7348