Gli artisti che si occupano di Street art sono visti, nell’immaginario comune, come uomini e donne che hanno fatto della strada la loro grande casa, che si spostano di continuo sempre alla ricerca di un nuovo muro su cui lavorare imprimendo immagini e massaggi che ci permettano in parte di comprendere le loro anime. È una ricerca costante che non muore mai dentro di loro e che li porta all’avventura. Agli inizi del loro percorso la parola chiave che li configurava era “trasgressori” e forse, ancora oggi, taluni li considerano alla stregua di criminali imbrattatori. Ma da dove nasce la Street art? Quali sono stati i suoi sviluppi? Come è riuscita ad inserirsi nel mercato dell’arte contemporanea? Come hanno fatto questi artisti di strada a trasformarsi da trasgressori ad imprenditori di se stessi? L’ultima domanda diviene il filo conduttore di questa dissertazione in cui ci si interroga continuamente cercando di comprendere qual è per l’artista la strada migliore da intraprendere per fare progredire la propria arte sia a livello creativo che a livello economico. Seppure per un artista risulti poco romantico e addirittura talvolta difficile da sopportare parlare dell’aspetto economico riguardante la propria arte, ciò diviene una necessità impellente per poter comprendere innanzitutto come sopravvivere e allo stesso tempo come evolversi e fare in modo che la pratica artistica diventi per essi una vera e propria occupazione. Ecco allora che diventa fondamentale sviluppare modelli di business sostenibili per questi artisti; tuttavia, poco è stato scritto su come possono essere raffinati o contestualizzati nell’ambito delle arti visive e ancora più in particolare per la Street art. Con poca o nessuna formazione aziendale, è improbabile che gli artisti visivi possiedano le competenze e le conoscenze necessarie per intraprendere la modellazione aziendale utilizzando strumenti generici. Per questo motivo attraverso interviste semi-strutturate si è cercato di dare vita ad un adattamento del famoso modello di Osterwalder e Pigneur (2010), il Business Model Canvas, a beneficio degli artisti presi in considerazione.

Lo Street artist come imprenditore: dalla ribellione allo sviluppo di un modello di business sostenibile

Zanazzi, Beatrice
2021/2022

Abstract

Gli artisti che si occupano di Street art sono visti, nell’immaginario comune, come uomini e donne che hanno fatto della strada la loro grande casa, che si spostano di continuo sempre alla ricerca di un nuovo muro su cui lavorare imprimendo immagini e massaggi che ci permettano in parte di comprendere le loro anime. È una ricerca costante che non muore mai dentro di loro e che li porta all’avventura. Agli inizi del loro percorso la parola chiave che li configurava era “trasgressori” e forse, ancora oggi, taluni li considerano alla stregua di criminali imbrattatori. Ma da dove nasce la Street art? Quali sono stati i suoi sviluppi? Come è riuscita ad inserirsi nel mercato dell’arte contemporanea? Come hanno fatto questi artisti di strada a trasformarsi da trasgressori ad imprenditori di se stessi? L’ultima domanda diviene il filo conduttore di questa dissertazione in cui ci si interroga continuamente cercando di comprendere qual è per l’artista la strada migliore da intraprendere per fare progredire la propria arte sia a livello creativo che a livello economico. Seppure per un artista risulti poco romantico e addirittura talvolta difficile da sopportare parlare dell’aspetto economico riguardante la propria arte, ciò diviene una necessità impellente per poter comprendere innanzitutto come sopravvivere e allo stesso tempo come evolversi e fare in modo che la pratica artistica diventi per essi una vera e propria occupazione. Ecco allora che diventa fondamentale sviluppare modelli di business sostenibili per questi artisti; tuttavia, poco è stato scritto su come possono essere raffinati o contestualizzati nell’ambito delle arti visive e ancora più in particolare per la Street art. Con poca o nessuna formazione aziendale, è improbabile che gli artisti visivi possiedano le competenze e le conoscenze necessarie per intraprendere la modellazione aziendale utilizzando strumenti generici. Per questo motivo attraverso interviste semi-strutturate si è cercato di dare vita ad un adattamento del famoso modello di Osterwalder e Pigneur (2010), il Business Model Canvas, a beneficio degli artisti presi in considerazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/7229