Partendo dalla volontà di indagare le motivazioni che spinsero la Francia a realizzare la terza Biennale d’arte sull’impronta dell’esempio veneziano, la tesi inquadra questo desiderio nel delicato contesto postbellico che prese vita nel decennio 1948-1958. La Biennale de jeunes artistes nacque infatti proprio nel 1959, come conseguenza di una serie di fattori artistici ma insieme anche istituzionali, politici e diplomatici, di cui furono testimoni i Giardini della Biennale di Venezia. Se in un primo momento il Paese d’oltralpe formulò l’ipotesi di ritirarsi dal confronto veneziano, con la conclusione del ciclo della Biennali di Pallucchini venne sentita una vera e propria « inévitable obligation » di creare una Biennale anche nella capitale francese, differenziandola dal modello originario ammettendo la sola partecipazione di artisti tra i venti e trentacinque anni. Allo scopo di osservare l’emergere, edizione dopo edizione della manifestazione veneziana, dell’insofferenza francese dinnanzi alla messa in dubbio del proprio predominio artistico, oltre che politico, a favore degli Stati Uniti, la tesi analizza le dinamiche delle partecipazioni francesi a Venezia, così come la ricezione della critica, della stampa e delle giurie di premiazione della Biennale.

Esposizioni internazionali d’arte. La prospettiva della Francia sulle Biennali di Venezia del secondo dopoguerra e la nascita della Biennale di Parigi nel 1959

Gambardella, Annachiara
2020/2021

Abstract

Partendo dalla volontà di indagare le motivazioni che spinsero la Francia a realizzare la terza Biennale d’arte sull’impronta dell’esempio veneziano, la tesi inquadra questo desiderio nel delicato contesto postbellico che prese vita nel decennio 1948-1958. La Biennale de jeunes artistes nacque infatti proprio nel 1959, come conseguenza di una serie di fattori artistici ma insieme anche istituzionali, politici e diplomatici, di cui furono testimoni i Giardini della Biennale di Venezia. Se in un primo momento il Paese d’oltralpe formulò l’ipotesi di ritirarsi dal confronto veneziano, con la conclusione del ciclo della Biennali di Pallucchini venne sentita una vera e propria « inévitable obligation » di creare una Biennale anche nella capitale francese, differenziandola dal modello originario ammettendo la sola partecipazione di artisti tra i venti e trentacinque anni. Allo scopo di osservare l’emergere, edizione dopo edizione della manifestazione veneziana, dell’insofferenza francese dinnanzi alla messa in dubbio del proprio predominio artistico, oltre che politico, a favore degli Stati Uniti, la tesi analizza le dinamiche delle partecipazioni francesi a Venezia, così come la ricezione della critica, della stampa e delle giurie di premiazione della Biennale.
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