Venezia, sin dalle origini animata da una spiccata vocazione all’accoglienza, e per secoli ammirata da viaggiatori che vi approdano per le più svariate ragioni, coglie i mutamenti sociali dell’Ottocento all’insegna dell’evoluzione verso un’idea di turismo in senso moderno: il viaggio viene inteso non solo come momento culturale e formativo rivolto a una élite ma come occasione di svago economicamente affrontabile da molti. Tale concetto di viaggio fa sorgere nei veneziani la consapevolezza che il viaggiatore può costituire una risorsa utile alla rinascita economica della città. Lo sviluppo di alcuni repertori musicali di ispirazione e colore locali costituisce, in tal senso, un parallelo a quanto osservabile nella tendenza della coeva letteratura a ritrarre Venezia sempre maggiormente in chiave pittoresca, sentimentale, decadente. Dunque dagli anni Trenta dell’Ottocento si tenta di rendere più confortevole il soggiorno di quella élite che si reca a Venezia attirata dal suo mito e si cercano pretesti per favorire l’affluenza di quella borghesia in cerca non più solo di cultura ma anche di divertimento. Tale combinazione di “mito” e “divertimento” porterà ad attingere all’idea di un passato ormai lontano ma, nell’immaginario comune, ricco di fermenti culturali. Si guarda alle tradizioni popolari veneziane, comprese quelle musicali, puntando sul tipo di evento più rappresentativo, simbolo di quel magico connubio che da secoli unisce la città lagunare all’elemento acquatico: la serenata sull’acqua. Sarà questo uno dei fattori che contribuiranno a porre Venezia ai primi posti della geografia del tempo libero in Europa nell’Ottocento, quale meta del turismo sia d’élite che (relativamente) di massa.

Musica e turismo a Venezia nell'Ottocento

Di Vincenzo, Alessandra
2014/2015

Abstract

Venezia, sin dalle origini animata da una spiccata vocazione all’accoglienza, e per secoli ammirata da viaggiatori che vi approdano per le più svariate ragioni, coglie i mutamenti sociali dell’Ottocento all’insegna dell’evoluzione verso un’idea di turismo in senso moderno: il viaggio viene inteso non solo come momento culturale e formativo rivolto a una élite ma come occasione di svago economicamente affrontabile da molti. Tale concetto di viaggio fa sorgere nei veneziani la consapevolezza che il viaggiatore può costituire una risorsa utile alla rinascita economica della città. Lo sviluppo di alcuni repertori musicali di ispirazione e colore locali costituisce, in tal senso, un parallelo a quanto osservabile nella tendenza della coeva letteratura a ritrarre Venezia sempre maggiormente in chiave pittoresca, sentimentale, decadente. Dunque dagli anni Trenta dell’Ottocento si tenta di rendere più confortevole il soggiorno di quella élite che si reca a Venezia attirata dal suo mito e si cercano pretesti per favorire l’affluenza di quella borghesia in cerca non più solo di cultura ma anche di divertimento. Tale combinazione di “mito” e “divertimento” porterà ad attingere all’idea di un passato ormai lontano ma, nell’immaginario comune, ricco di fermenti culturali. Si guarda alle tradizioni popolari veneziane, comprese quelle musicali, puntando sul tipo di evento più rappresentativo, simbolo di quel magico connubio che da secoli unisce la città lagunare all’elemento acquatico: la serenata sull’acqua. Sarà questo uno dei fattori che contribuiranno a porre Venezia ai primi posti della geografia del tempo libero in Europa nell’Ottocento, quale meta del turismo sia d’élite che (relativamente) di massa.
2014-06-16
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/6658