Matti ma contenti è il motto che fin da un principio ha accompagnato i nostri incontri - interviste. Dopo due anni di esperienza come educatrice in una struttura di accoglienza del progetto SAI Minori - Sistema di Accoglienza e Integrazione per Minori Stranieri Non Accompagnati - vorrei provare a restituire attraverso questo lavoro un'idea ed un sapore circa cosa significhi vivere in un contesto come questo. Come si sarà già potuto intuire, questa riflessione etnografica non nasce solamente dalle mie personali osservazioni, bensì si nutre direttamente della stretta relazione intessuta con un ragazzo ospite della comunità. Assieme a lui ed al prezioso aiuto di un'amica in veste di mediatrice culturale abbiamo costruito, durante il suo ed il mio ultimo periodo in comunità, uno spazio in cui avvicinarci e condividere punti di vista sulla nostra relazione, sulla vita al centro di accoglienza e sui complessi preparativi per il mondo 'fuori'. Il testo è diviso in capitoli che seguono lo scandirsi delle attività principali della giornata (la sveglia, il pranzo, le lezioni pomeridiane, la cena e la notte) e, seguendo le specificità caratteristiche di ogni momento, si aprono particolari spunti teorici di riflessione. I quotidiani "disincontri" citati nel titolo fanno parte di una sensazione ampiamente condivisa in questo lavoro, figlia di falle strutturali di un progetto pieno di criticità. La volontà del testo non è quella di metterle in luce al solo scopo della denuncia, bensì il tentare di utilizzare l’antropologia come strumento per migliorare e rendere più 'fruttuoso', anche e soprattutto in contesti di criticità, il nostro incontro con l’altro.

Majānīn bas farḥānīn. Etnografia di un incontro in un contesto di quotidiani "disincontri"

Galli, Eleonora
2023/2024

Abstract

Matti ma contenti è il motto che fin da un principio ha accompagnato i nostri incontri - interviste. Dopo due anni di esperienza come educatrice in una struttura di accoglienza del progetto SAI Minori - Sistema di Accoglienza e Integrazione per Minori Stranieri Non Accompagnati - vorrei provare a restituire attraverso questo lavoro un'idea ed un sapore circa cosa significhi vivere in un contesto come questo. Come si sarà già potuto intuire, questa riflessione etnografica non nasce solamente dalle mie personali osservazioni, bensì si nutre direttamente della stretta relazione intessuta con un ragazzo ospite della comunità. Assieme a lui ed al prezioso aiuto di un'amica in veste di mediatrice culturale abbiamo costruito, durante il suo ed il mio ultimo periodo in comunità, uno spazio in cui avvicinarci e condividere punti di vista sulla nostra relazione, sulla vita al centro di accoglienza e sui complessi preparativi per il mondo 'fuori'. Il testo è diviso in capitoli che seguono lo scandirsi delle attività principali della giornata (la sveglia, il pranzo, le lezioni pomeridiane, la cena e la notte) e, seguendo le specificità caratteristiche di ogni momento, si aprono particolari spunti teorici di riflessione. I quotidiani "disincontri" citati nel titolo fanno parte di una sensazione ampiamente condivisa in questo lavoro, figlia di falle strutturali di un progetto pieno di criticità. La volontà del testo non è quella di metterle in luce al solo scopo della denuncia, bensì il tentare di utilizzare l’antropologia come strumento per migliorare e rendere più 'fruttuoso', anche e soprattutto in contesti di criticità, il nostro incontro con l’altro.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/6565