Lo sviluppo di questa ricerca parte da una più generale considerazione della storia del gioiello in Italia nel Novecento, per poi indagare l'attività didattica presso l'Istituto “Pietro Selvatico”, luogo dove si sono formati i diversi orafi protagonisti della “Scuola Orafa” di Padova, dalla sua fondazione fino alla fine degli anni Novanta. Una linea di sperimentazione e di ricerca artistica che si muove all'interno dell'Istituto con la figura del professor Mario Pinton: fu grazie a lui che si sviluppò questa “Scuola” con un linguaggio autonomo e internazionale dove l'arte, la cultura, l'innovazione e la materia si mescolano, si reinventano senza dimenticare il caposaldo principale, quello della tecnica. Gli orafi/artisti presi in analisi per la tesi, costituiscono un corpus di nomi: da Babetto a Corvaja, da Franzin a Marcolongo passando per personalità come Marchetti, Visintin, Zanella e Zorzi; autori che hanno saputo unire con sapiente tecnica e ispirazione artistica linguaggi classici e internazionali, diventando un punto di riferimento per le successive generazioni. Il percorso prosegue poi analizzando parte della collezione orafa e la carriera artistica dei relativi orafi padovani, presenti nella sezione del gioiello contemporaneo conservata a Palazzo Pitti.​

La Scuola Orafa di Padova a Firenze (1958-2007): un percorso di riscoperta attraverso la collezione di Palazzo Pitti​

Soffiati, Matteo
2020/2021

Abstract

Lo sviluppo di questa ricerca parte da una più generale considerazione della storia del gioiello in Italia nel Novecento, per poi indagare l'attività didattica presso l'Istituto “Pietro Selvatico”, luogo dove si sono formati i diversi orafi protagonisti della “Scuola Orafa” di Padova, dalla sua fondazione fino alla fine degli anni Novanta. Una linea di sperimentazione e di ricerca artistica che si muove all'interno dell'Istituto con la figura del professor Mario Pinton: fu grazie a lui che si sviluppò questa “Scuola” con un linguaggio autonomo e internazionale dove l'arte, la cultura, l'innovazione e la materia si mescolano, si reinventano senza dimenticare il caposaldo principale, quello della tecnica. Gli orafi/artisti presi in analisi per la tesi, costituiscono un corpus di nomi: da Babetto a Corvaja, da Franzin a Marcolongo passando per personalità come Marchetti, Visintin, Zanella e Zorzi; autori che hanno saputo unire con sapiente tecnica e ispirazione artistica linguaggi classici e internazionali, diventando un punto di riferimento per le successive generazioni. Il percorso prosegue poi analizzando parte della collezione orafa e la carriera artistica dei relativi orafi padovani, presenti nella sezione del gioiello contemporaneo conservata a Palazzo Pitti.​
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/6242