Il 6 gennaio 1950 il Regno Unito accordò il riconoscimento diplomatico alla neonata Repubblica popolare cinese e riconobbe il governo di Mao Zedong come l’unico legittimo rappresentante del popolo cinese. Questa decisione, che a molti osservatori dell’epoca parve la conseguenza di una decisione avventata, in realtà fu dettata da una serie di considerazioni di natura politico-economica. Ma il Regno Unito agli occhi della leadership comunista cinese occupava una posizione storica e politica ben precisa nei confronti della Cina, ed è proprio qui che si imperniano la peculiarità e la specificità dei rapporti diplomatici sino-britannici. Il Regno Unito fu la prima grande potenza capitalista (e il primo Paese occidentale) ad accordare il riconoscimento alla Cina popolare. Per i Paesi del blocco capitalista, la diplomazia cinese applicava il principio secondo cui prima vengono i negoziati, poi si instaurano rapporti ufficiali. I negoziati tra i due governi, britannico e cinese, toccarono una serie di questioni “calde” nel contesto di guerra fredda di allora; essi furono più volte ostacolati e interrotti da problemi tanto di natura internazionale quanto di politica interna cinese. Il Regno Unito e la Repubblica popolare cinese instaurarono pieni rapporti diplomatici con scambio di ambasciatori solo il 13 marzo 1972: si può facilmente calcolare quindi che i negoziati durarono ben 22 anni. Nonostante la sproporzione tra la rapidità con cui il Regno Unito riconobbe il governo di Pechino e la lentezza con cui le relazioni tra i due Paesi vennero portate al livello di piena rappresentanza, è possibile individuare tre momenti focali nella storia dei negoziati: 1) 2 marzo - 25 giugno 1950; 2) 1 maggio - 10 ottobre 1954; 3) 15 gennaio 1971 - 13 marzo 1972. Che cosa causò il protrarsi dei negoziati per ben 22 anni, prima di giungere alla definitiva instaurazione di rapporti diplomatici ufficiali? Ossia, quali furono i principali ostacoli che resero difficile al governo britannico il venire incontro alle richieste cinesi, e simmetricamente quale fu la strategia della leadership cinese nel confrontarsi col Regno Unito, alla luce del “secolo dell’umiliazione” da poco conclusosi? Se i periodi di quiescenza (occorsi tra i punti 1 e 2 e i punti 2 e 3) si configurarono a livello politico e diplomatico come fasi di stasi e conflitto tra i due Paesi, vi furono altri campi o settori che invece negli stessi periodi non subirono cesure o rallentamenti? Questo lavoro si pone l’obiettivo di descrivere, nei limiti delle fonti a disposizione, l’evoluzione delle travagliate relazioni diplomatiche sino-britanniche, a partire dal dibattito e dalla decisione di conferire il riconoscimento diplomatico alla RPC fino alla normalizzazione dei rapporti nel 1972.
Diplomazia e guerra fredda: la storia delle relazioni sino-britanniche dal 1949 al 1972
Deriu, Francesco
2018/2019
Abstract
Il 6 gennaio 1950 il Regno Unito accordò il riconoscimento diplomatico alla neonata Repubblica popolare cinese e riconobbe il governo di Mao Zedong come l’unico legittimo rappresentante del popolo cinese. Questa decisione, che a molti osservatori dell’epoca parve la conseguenza di una decisione avventata, in realtà fu dettata da una serie di considerazioni di natura politico-economica. Ma il Regno Unito agli occhi della leadership comunista cinese occupava una posizione storica e politica ben precisa nei confronti della Cina, ed è proprio qui che si imperniano la peculiarità e la specificità dei rapporti diplomatici sino-britannici. Il Regno Unito fu la prima grande potenza capitalista (e il primo Paese occidentale) ad accordare il riconoscimento alla Cina popolare. Per i Paesi del blocco capitalista, la diplomazia cinese applicava il principio secondo cui prima vengono i negoziati, poi si instaurano rapporti ufficiali. I negoziati tra i due governi, britannico e cinese, toccarono una serie di questioni “calde” nel contesto di guerra fredda di allora; essi furono più volte ostacolati e interrotti da problemi tanto di natura internazionale quanto di politica interna cinese. Il Regno Unito e la Repubblica popolare cinese instaurarono pieni rapporti diplomatici con scambio di ambasciatori solo il 13 marzo 1972: si può facilmente calcolare quindi che i negoziati durarono ben 22 anni. Nonostante la sproporzione tra la rapidità con cui il Regno Unito riconobbe il governo di Pechino e la lentezza con cui le relazioni tra i due Paesi vennero portate al livello di piena rappresentanza, è possibile individuare tre momenti focali nella storia dei negoziati: 1) 2 marzo - 25 giugno 1950; 2) 1 maggio - 10 ottobre 1954; 3) 15 gennaio 1971 - 13 marzo 1972. Che cosa causò il protrarsi dei negoziati per ben 22 anni, prima di giungere alla definitiva instaurazione di rapporti diplomatici ufficiali? Ossia, quali furono i principali ostacoli che resero difficile al governo britannico il venire incontro alle richieste cinesi, e simmetricamente quale fu la strategia della leadership cinese nel confrontarsi col Regno Unito, alla luce del “secolo dell’umiliazione” da poco conclusosi? Se i periodi di quiescenza (occorsi tra i punti 1 e 2 e i punti 2 e 3) si configurarono a livello politico e diplomatico come fasi di stasi e conflitto tra i due Paesi, vi furono altri campi o settori che invece negli stessi periodi non subirono cesure o rallentamenti? Questo lavoro si pone l’obiettivo di descrivere, nei limiti delle fonti a disposizione, l’evoluzione delle travagliate relazioni diplomatiche sino-britanniche, a partire dal dibattito e dalla decisione di conferire il riconoscimento diplomatico alla RPC fino alla normalizzazione dei rapporti nel 1972.File | Dimensione | Formato | |
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