L’oggetto della mia tesi è una ricostruzione della storia della chiusura dell’azienda Alucentro di Porto Marghera, avvenuta nel biennio 1991-93, e del successivo passaggio da un’economia di produzione ad una di servizi con la nascita del Centro intermodale adriatico. Nel settembre ‘91 la distruzione di una fabbrica in Dalmazia a causa della guerra nei Balcani determina la perdita della commessa più importante per Alucentro, che si ritrova così a dover gestire una chiusura ormai inevitabile. Il diritto al lavoro e la presenza di 450 metri di banchina nell’area decreteranno il lieto fine di una vertenza che ha visto scontri e incontri tra Consiglio di fabbrica e sindacato. La ricerca si pone quindi l’obiettivo di esplorare in profondità gli effetti che la chiusura e la trasformazione della fabbrica da azienda metalmeccanica ad attività logistica, ovvero da lavoratori “tute blu” a portuali, hanno avuto su di essi e sulla loro vita. Attraverso l’utilizzo delle fonti orali, lo scopo finale è quello di creare un ventaglio di voci, le quali, partendo da uno stesso evento, si diramano su percorsi diversi, allontanandosi e riavvicinandosi tra loro. A volte anche sovrapponendosi. La mia intenzione non è quella di imporre una narrazione sulle altre, ma di riconoscere ad ognuna di esse una propria autonomia e autorevolezza. Il fil rouge che le tiene assieme è dato dalla soggettività degli intervistati, che permea trasversalmente l’intera esposizione e ne determina il percorso. Il “caso Alucentro” rappresenta un ulteriore tassello di un mosaico qual è quello della deindustrializzazione di Porto Marghera. Un puzzle fatto di chiusure e ristrutturazioni all’interno del quale, tuttavia, Alucentro rappresenta un’eccezione. La sua conversione alla logistica e la piena rioccupazione dei lavoratori, di fatto, risultano un canto del cigno del protagonismo operaio che ha caratterizzato la storia del lavoro in Italia.

Banchina operaia. Dalle “tute blu” alla logistica portuale: il “caso Alucentro”.

Spedicato, Simone
2021/2022

Abstract

L’oggetto della mia tesi è una ricostruzione della storia della chiusura dell’azienda Alucentro di Porto Marghera, avvenuta nel biennio 1991-93, e del successivo passaggio da un’economia di produzione ad una di servizi con la nascita del Centro intermodale adriatico. Nel settembre ‘91 la distruzione di una fabbrica in Dalmazia a causa della guerra nei Balcani determina la perdita della commessa più importante per Alucentro, che si ritrova così a dover gestire una chiusura ormai inevitabile. Il diritto al lavoro e la presenza di 450 metri di banchina nell’area decreteranno il lieto fine di una vertenza che ha visto scontri e incontri tra Consiglio di fabbrica e sindacato. La ricerca si pone quindi l’obiettivo di esplorare in profondità gli effetti che la chiusura e la trasformazione della fabbrica da azienda metalmeccanica ad attività logistica, ovvero da lavoratori “tute blu” a portuali, hanno avuto su di essi e sulla loro vita. Attraverso l’utilizzo delle fonti orali, lo scopo finale è quello di creare un ventaglio di voci, le quali, partendo da uno stesso evento, si diramano su percorsi diversi, allontanandosi e riavvicinandosi tra loro. A volte anche sovrapponendosi. La mia intenzione non è quella di imporre una narrazione sulle altre, ma di riconoscere ad ognuna di esse una propria autonomia e autorevolezza. Il fil rouge che le tiene assieme è dato dalla soggettività degli intervistati, che permea trasversalmente l’intera esposizione e ne determina il percorso. Il “caso Alucentro” rappresenta un ulteriore tassello di un mosaico qual è quello della deindustrializzazione di Porto Marghera. Un puzzle fatto di chiusure e ristrutturazioni all’interno del quale, tuttavia, Alucentro rappresenta un’eccezione. La sua conversione alla logistica e la piena rioccupazione dei lavoratori, di fatto, risultano un canto del cigno del protagonismo operaio che ha caratterizzato la storia del lavoro in Italia.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/5915