L’elaborato ha lo scopo di analizzare l’attuale situazione del patrimonio culturale della Palestina, terra a lungo contesa nel corso dei secoli e lacerata dal conflitto israelo-palestinese, per arrivare ad osservare come, nel corso del tempo, stia lentamente maturando la coscienza degli enormi rischi che i giacimenti archeologici culturali e ambientali di assoluto rilievo storico e scientifico corrono in concomitanza dei medesimi eventi bellici. Si intraprenderà questo percorso trattando nel Primo Capitolo quelle che sono le fonti giuridiche, ovvero dapprima tutti gli strumenti a carattere universale e non solo, che concorrono alla protezione del patrimonio culturale in caso di conflitto armato ma anche strumenti applicabili in situazione di pace, per poi proseguire analizzando la normativa palestinese e israeliana relativa alla tutela dei beni culturali e gli accordi di pace che spesso sono stati fondamentali per la spartizione degli stessi. Nel Secondo Capitolo si affronta una breve analisi dei i due principali strumenti a carattere internazionale applicabili in tale delicata situazione, ovvero la Convenzione dell’Aja del 1954 e la Convenzione di Parigi del 1970, interrogandosi sull’esistenza di norme consuetudinarie in materia di protezione e restituzione di beni culturali e sugli aspetti positivi e negativi che da essi emergono, proseguendo poi con un’attenta ricostruzione dell’evoluzione della legislazione sulla tutela del patrimonio culturale palestinese e sulle principali problematiche che investono i relativi siti culturali e cultuali. Si conclude con il Terzo Capitolo, il quale propone il case studies della città di Nablus.
La tutela del patrimonio culturale in aree di crisi: il caso della Palestina
Slaghenauffi, Carlotta
2016/2017
Abstract
L’elaborato ha lo scopo di analizzare l’attuale situazione del patrimonio culturale della Palestina, terra a lungo contesa nel corso dei secoli e lacerata dal conflitto israelo-palestinese, per arrivare ad osservare come, nel corso del tempo, stia lentamente maturando la coscienza degli enormi rischi che i giacimenti archeologici culturali e ambientali di assoluto rilievo storico e scientifico corrono in concomitanza dei medesimi eventi bellici. Si intraprenderà questo percorso trattando nel Primo Capitolo quelle che sono le fonti giuridiche, ovvero dapprima tutti gli strumenti a carattere universale e non solo, che concorrono alla protezione del patrimonio culturale in caso di conflitto armato ma anche strumenti applicabili in situazione di pace, per poi proseguire analizzando la normativa palestinese e israeliana relativa alla tutela dei beni culturali e gli accordi di pace che spesso sono stati fondamentali per la spartizione degli stessi. Nel Secondo Capitolo si affronta una breve analisi dei i due principali strumenti a carattere internazionale applicabili in tale delicata situazione, ovvero la Convenzione dell’Aja del 1954 e la Convenzione di Parigi del 1970, interrogandosi sull’esistenza di norme consuetudinarie in materia di protezione e restituzione di beni culturali e sugli aspetti positivi e negativi che da essi emergono, proseguendo poi con un’attenta ricostruzione dell’evoluzione della legislazione sulla tutela del patrimonio culturale palestinese e sulle principali problematiche che investono i relativi siti culturali e cultuali. Si conclude con il Terzo Capitolo, il quale propone il case studies della città di Nablus.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/5271