La finalità di questo lavoro di ricerca sulla porta maggiore della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano è quella di creare un terreno comune in cui possano dialogare le istanze storico-artistica, scientifica e liturgica. Un’attenta ed approfondita ricerca sulle fonti ha permesso di gettare le basi per questo dialogo pluridisciplinare. Dall’analisi dei restauri effettuati sull’opera nel corso dei secoli – in particolare quelli del 1750 e del 2007 - è stato possibile affrontare lo studio dell’iconologia e iconografia, le quali si legano indissolubilmente con il significato liturgico della porta come limen delle tre dimensioni vissute dall’uomo: spirituale, storica ed esistenziale. Le varie trasformazioni dei secoli, il cambio di utilizzo della porta stessa – da oggetto limite che separava e compiva un’azione mistagogica a reliquia di un tempo glorioso ed enfatizzato a cui la Chiesa milanese attribuisce la paternità della liturgia Ambrosiana – e la mancanza di dati certi sulla sua origine ne hanno fatto, negli anni ’80 e ’90 del XX secolo, un’opera molto discussa tra gli studiosi milanesi e non. L’ultimo restauro ha posto ulteriori domande sulla datazione dei vari motivi iconografici, della loro messa in opera e delle varie fasi di interventi. Una ricerca per riformulare domande e provare a dare alcune risposte, oggi in una società che ha dimenticato come vedere le opere nella loro totalità.

Limen Benevolentiae: la Porta Maggiore della Basilica di Sant'Ambrogio a Milano tra arte, restauro e liturgia.

Fabbian, Annika
2020/2021

Abstract

La finalità di questo lavoro di ricerca sulla porta maggiore della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano è quella di creare un terreno comune in cui possano dialogare le istanze storico-artistica, scientifica e liturgica. Un’attenta ed approfondita ricerca sulle fonti ha permesso di gettare le basi per questo dialogo pluridisciplinare. Dall’analisi dei restauri effettuati sull’opera nel corso dei secoli – in particolare quelli del 1750 e del 2007 - è stato possibile affrontare lo studio dell’iconologia e iconografia, le quali si legano indissolubilmente con il significato liturgico della porta come limen delle tre dimensioni vissute dall’uomo: spirituale, storica ed esistenziale. Le varie trasformazioni dei secoli, il cambio di utilizzo della porta stessa – da oggetto limite che separava e compiva un’azione mistagogica a reliquia di un tempo glorioso ed enfatizzato a cui la Chiesa milanese attribuisce la paternità della liturgia Ambrosiana – e la mancanza di dati certi sulla sua origine ne hanno fatto, negli anni ’80 e ’90 del XX secolo, un’opera molto discussa tra gli studiosi milanesi e non. L’ultimo restauro ha posto ulteriori domande sulla datazione dei vari motivi iconografici, della loro messa in opera e delle varie fasi di interventi. Una ricerca per riformulare domande e provare a dare alcune risposte, oggi in una società che ha dimenticato come vedere le opere nella loro totalità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/4556