La tesi tratta del rapporto tra cultura e resistenza nei Territori Palestinesi occupati. Il primo capitolo prende in esame quanto le identità collettive cambino in base alle narrazioni dominanti, al contesto sociale ed alle esigenze contingenti. A causa del conflitto israelo-palestinese tali narrazioni tracciano dei confini tra sé e l’altro, e in questi processi un ruolo decisivo viene assunto anche dall’istruzione e dalle rappresentazioni identitarie portate avanti nelle scuole e nei libri di testo. Nelle fonti, viene contestato al sistema scolastico palestinese di accontentarsi di fornire nozioni che, anche se aiutano lo sviluppo di un orgoglio nazionale e a tramandare la memoria collettiva palestinese, lasciano poco spazio alla formazione di un pensiero critico e creativo. Nel secondo capitolo vengono analizzate diverse forme artistiche e culturali adottate nei Territori occupati per conservare e tramandare le proprie tradizioni ed il proprio patrimonio culturale, sia attraverso forme che rimandano a metodi, contenuti e simboli più tradizionali, sia che si ricerchino nuove tecniche espressive. Il terzo capitolo si concentra sul contesto geografico, storico, e culturale di Jenin con particolare riferimento all’invasione del campo rifugiati della città nell’aprile 2002. Il quarto capitolo racconta la realtà del Jenin Creative Cultural Centre: attraverso l’analisi di documenti rinvenuti sul luogo ed interviste personalmente condotte viene a delinearsi il profilo di un Centro culturale che per mezzo delle proprie attività diventa promotore di una resistenza non armata, bensì culturale. Le conclusioni indagano il rapporto tra cultura, resistenza e politica con una particolare attenzione al ruolo della creatività.
Cultura e resistenza tra tradizione e creatività. Il caso del Jenin Creative Cultural Centre
Zara, Cecilia
2020/2021
Abstract
La tesi tratta del rapporto tra cultura e resistenza nei Territori Palestinesi occupati. Il primo capitolo prende in esame quanto le identità collettive cambino in base alle narrazioni dominanti, al contesto sociale ed alle esigenze contingenti. A causa del conflitto israelo-palestinese tali narrazioni tracciano dei confini tra sé e l’altro, e in questi processi un ruolo decisivo viene assunto anche dall’istruzione e dalle rappresentazioni identitarie portate avanti nelle scuole e nei libri di testo. Nelle fonti, viene contestato al sistema scolastico palestinese di accontentarsi di fornire nozioni che, anche se aiutano lo sviluppo di un orgoglio nazionale e a tramandare la memoria collettiva palestinese, lasciano poco spazio alla formazione di un pensiero critico e creativo. Nel secondo capitolo vengono analizzate diverse forme artistiche e culturali adottate nei Territori occupati per conservare e tramandare le proprie tradizioni ed il proprio patrimonio culturale, sia attraverso forme che rimandano a metodi, contenuti e simboli più tradizionali, sia che si ricerchino nuove tecniche espressive. Il terzo capitolo si concentra sul contesto geografico, storico, e culturale di Jenin con particolare riferimento all’invasione del campo rifugiati della città nell’aprile 2002. Il quarto capitolo racconta la realtà del Jenin Creative Cultural Centre: attraverso l’analisi di documenti rinvenuti sul luogo ed interviste personalmente condotte viene a delinearsi il profilo di un Centro culturale che per mezzo delle proprie attività diventa promotore di una resistenza non armata, bensì culturale. Le conclusioni indagano il rapporto tra cultura, resistenza e politica con una particolare attenzione al ruolo della creatività.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/4491