Il presente lavoro analizza un gruppo selezionato di ceramiche meroitiche decorate tramite pittura, incisione e impressione provenienti dal palazzo B1500 di Natakamani, Jebel Barkal, nei pressi dell’odierna Karima, nel nord del Sudan. I frammenti provengono dalle ultime stanze indagate del palazzo, durante l’ultima delle campagne di scavo, iniziate negli anni Settanta dal Prof. Donadoni, e succedute poi alla Missione Italiana dell’Università di Ca’ Foscari, sotto la direzione del Prof. Ciampini. Lo studio di questa classe di materiali, pressoché assente per questo contesto, si è sviluppato intrecciando un approccio archeologico classico, caratterizzato da analisi tipologiche e lo studio dell’apparato decorativo, con uno di tipo sperimentale, mediante l’applicazione di tecniche archeometriche. Queste ultime sono state eseguite grazie alla collaborazione con il laboratorio LAMA-LabCoMac dell’Università IUAV di Venezia, ed hanno permesso di approfondire alcuni aspetti relativi alle tecniche di produzione e alla provenienza dei frammenti. La ricerca mette in luce il carattere vivace di un contesto palaziale che raccoglie stimoli culturali ed economici da tutto il regno, oltre che dal vicino Egitto.

La ceramica meroitica del palazzo di Natakamani (B1500) a Jebel Barkal. Uno studio archeologico e archeometrico dei materiali della stagione 2017

Ursache, Georgiana
2020/2021

Abstract

Il presente lavoro analizza un gruppo selezionato di ceramiche meroitiche decorate tramite pittura, incisione e impressione provenienti dal palazzo B1500 di Natakamani, Jebel Barkal, nei pressi dell’odierna Karima, nel nord del Sudan. I frammenti provengono dalle ultime stanze indagate del palazzo, durante l’ultima delle campagne di scavo, iniziate negli anni Settanta dal Prof. Donadoni, e succedute poi alla Missione Italiana dell’Università di Ca’ Foscari, sotto la direzione del Prof. Ciampini. Lo studio di questa classe di materiali, pressoché assente per questo contesto, si è sviluppato intrecciando un approccio archeologico classico, caratterizzato da analisi tipologiche e lo studio dell’apparato decorativo, con uno di tipo sperimentale, mediante l’applicazione di tecniche archeometriche. Queste ultime sono state eseguite grazie alla collaborazione con il laboratorio LAMA-LabCoMac dell’Università IUAV di Venezia, ed hanno permesso di approfondire alcuni aspetti relativi alle tecniche di produzione e alla provenienza dei frammenti. La ricerca mette in luce il carattere vivace di un contesto palaziale che raccoglie stimoli culturali ed economici da tutto il regno, oltre che dal vicino Egitto.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/4002