Ad oggi, l’inchiostro versato per le poco note Storie di santa Caterina di Jacomo, Domenico Tintoretto e bottega risulta essere sorprendentemente cospicuo. Ma come tristemente ormai (quasi) di norma, la seppur ricca bibliografia è, con rarissime eccezioni, sempre uguale a sé stessa, ripetitiva, cantilenante e statica: meramente ed esclusivamente incentrata sulle questioni della qualità esecutiva, dell’attribuzione e della datazione. Volutamente e fortemente distante da questa limitata (e limitante) “tradizione” storico- artistica si pone invece il presente studio, il cui obiettivo è l’andare oltre gli aspetti sovraesposti, pur senza eluderli totalmente, per cercare di recuperare il senso delle nostre immagini. Finalità che si è tentato di conseguire adottando la metodologia storico-artistica dell’iconologia contestuale, ivi associata alla ricerca archivistica. Si è così iniziato a ricostruire il contesto, a riportare alla luce le storie e i nomi delle personalità legate alle nostre opere. Una riscoperta doverosa e imprescindibile, che ha consentito di “vedere” e sciogliere le metafore figurate, di giungere alla riscoperta del senso del ciclo della vergine alessandrina del genio inventore (e aiuti) del tardo Cinquecento veneziano.
Storie di donne nella Venezia del Cinquecento. Ipotesi interpretative di alcuni dipinti del ciclo di santa Caterina di Jacomo, Domenico Tintoretto e bottega
Zanchettin, Manola
2022/2023
Abstract
Ad oggi, l’inchiostro versato per le poco note Storie di santa Caterina di Jacomo, Domenico Tintoretto e bottega risulta essere sorprendentemente cospicuo. Ma come tristemente ormai (quasi) di norma, la seppur ricca bibliografia è, con rarissime eccezioni, sempre uguale a sé stessa, ripetitiva, cantilenante e statica: meramente ed esclusivamente incentrata sulle questioni della qualità esecutiva, dell’attribuzione e della datazione. Volutamente e fortemente distante da questa limitata (e limitante) “tradizione” storico- artistica si pone invece il presente studio, il cui obiettivo è l’andare oltre gli aspetti sovraesposti, pur senza eluderli totalmente, per cercare di recuperare il senso delle nostre immagini. Finalità che si è tentato di conseguire adottando la metodologia storico-artistica dell’iconologia contestuale, ivi associata alla ricerca archivistica. Si è così iniziato a ricostruire il contesto, a riportare alla luce le storie e i nomi delle personalità legate alle nostre opere. Una riscoperta doverosa e imprescindibile, che ha consentito di “vedere” e sciogliere le metafore figurate, di giungere alla riscoperta del senso del ciclo della vergine alessandrina del genio inventore (e aiuti) del tardo Cinquecento veneziano.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14247/3720