In questo elaborato si illustra un argomento molto discusso in questi tempi: la sostenibilità ambientale, sociale e governativa. Si può parlare di eticità o sostenibilità in modo indistinto. Nella letteratura i due termini sono utilizzati come sinonimi. Sebbene siano state avanzate molte critiche a questo argomento, poiché la teoria classica afferma che il fine ultimo dell’impresa è creare profitto, tuttavia oggi si ritiene necessario, per il buon andamento dell’impresa, integrare le politiche aziendali con l’eticità. Tutte le società quotate hanno al loro interno una politica sostenibile, che va dalla trasparenza della politica dei dividendi nei confronti della clientela (per esempio Eni) al ricliclo dei rifiuti. Queste politiche, chiamate anche ESG (Environmental, Social and Governance), sono descritte nei siti internet delle varie società. Ogni società quotata ha nella propria home page la voce “sostenibilità”. Proprio grazie all’importanza che ogni impresa dà a questo tema, è sembrato interessante svilupparlo per comprendere ogni suo aspetto. Nel presente lavoro di tesi, si è trattato di Corporate Social Reponsibility, in ambito aziendale, e del corrispondente Socially Responsible Investment, in ambito finanziario. Dopo aver trattato questi due “strumenti” legati alla sostenibilità, si è introdotto un terzo “strumento” utile alla nostra analisi: il rating tradizionale e il rating etico. La domanda che ci siamo posti all’inizio dello studio è stata: “C’è un legame tra rating tradizionale e rating etico?” Secondo alcuni studi, l’impresa altamente sostenibile riesce ad avere vita più lunga e un costo del debito minore, poiché ritenuta più affidabile. In questo studio si è utilizzato il rating tradizionale come proxy del costo del debito per vedere se esiste una qualche connessione. Si è divisa la ricerca in due ambiti: a livello della singola società e a livello settoriale. A livello societario il rating etico è risultato essere non significativo, mentre a livello settoriale si è ottenuta una significatività.

Rating tradizionale e rating etico a confronto. Il caso italiano

Favarato, Giulia
2014/2015

Abstract

In questo elaborato si illustra un argomento molto discusso in questi tempi: la sostenibilità ambientale, sociale e governativa. Si può parlare di eticità o sostenibilità in modo indistinto. Nella letteratura i due termini sono utilizzati come sinonimi. Sebbene siano state avanzate molte critiche a questo argomento, poiché la teoria classica afferma che il fine ultimo dell’impresa è creare profitto, tuttavia oggi si ritiene necessario, per il buon andamento dell’impresa, integrare le politiche aziendali con l’eticità. Tutte le società quotate hanno al loro interno una politica sostenibile, che va dalla trasparenza della politica dei dividendi nei confronti della clientela (per esempio Eni) al ricliclo dei rifiuti. Queste politiche, chiamate anche ESG (Environmental, Social and Governance), sono descritte nei siti internet delle varie società. Ogni società quotata ha nella propria home page la voce “sostenibilità”. Proprio grazie all’importanza che ogni impresa dà a questo tema, è sembrato interessante svilupparlo per comprendere ogni suo aspetto. Nel presente lavoro di tesi, si è trattato di Corporate Social Reponsibility, in ambito aziendale, e del corrispondente Socially Responsible Investment, in ambito finanziario. Dopo aver trattato questi due “strumenti” legati alla sostenibilità, si è introdotto un terzo “strumento” utile alla nostra analisi: il rating tradizionale e il rating etico. La domanda che ci siamo posti all’inizio dello studio è stata: “C’è un legame tra rating tradizionale e rating etico?” Secondo alcuni studi, l’impresa altamente sostenibile riesce ad avere vita più lunga e un costo del debito minore, poiché ritenuta più affidabile. In questo studio si è utilizzato il rating tradizionale come proxy del costo del debito per vedere se esiste una qualche connessione. Si è divisa la ricerca in due ambiti: a livello della singola società e a livello settoriale. A livello societario il rating etico è risultato essere non significativo, mentre a livello settoriale si è ottenuta una significatività.
2014-02-20
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14247/3225