La recente crisi ha messo l'Europa di fronte a una grande sfida: scegliere se rimanere su posizioni difensive e conservatrici, concentrandosi sui problemi di breve periodo e limitandosi a curare i sintomi dei propri mali con rimedi provvisori, oppure cercare di affrontare i propri mali alla radice con una rinnovata visione di lungo periodo, inaugurando una road map di coraggiose riforme politiche, economiche e istituzionali. La presente trattazione propone una disamina di alcuni fattori che in questa sfida giocano un ruolo cruciale: le politiche di investimento infrastrutturali e le loro forme di finanziamento nei Quadri Finanziari Pluriennali; lo strumento degli Eurobond (in varie forme) in funzione della creazione di un mercato di titoli europei che sia forte, liquido, all'altezza degli omologhi asiatici e americani, nonché in grado di catalizzare la raccolta di risorse necessarie allo sviluppo delle infrastrutture; le istituzioni e politiche europee legate ai mercati finanziari e al sistema bancario, non ché la questione della “legittimità democratica” avanzata negli ultimi tempi a livello politico. L'introduzione degli Eurobond come strumento per andare verso una unione fiscale (almeno parziale) è uno degli elementi di cui la politica economico-finanziaria europea dell'immediato futuro non si potrà privare; tale introduzione, a sua volta, dovrà tuttavia essere accompagnata e sostenuta (se non preceduta) da un rafforzamento di quel processo di unificazione bancaria in materia di vigilanza che già è stato avviato dalla BCE, allo scopo di creare fino in fondo un mercato economico e finanziario unico e robusto, in grado di competere con le grandi realtà degli altri continenti e di produrre risorse da investire nel miglioramento del benessere comunitario in modo permanente e sostenibile.

Eurobond, infrastrutture e istituzioni europee per lo sviluppo

Lentola, Carlo Alberto
2013/2014

Abstract

La recente crisi ha messo l'Europa di fronte a una grande sfida: scegliere se rimanere su posizioni difensive e conservatrici, concentrandosi sui problemi di breve periodo e limitandosi a curare i sintomi dei propri mali con rimedi provvisori, oppure cercare di affrontare i propri mali alla radice con una rinnovata visione di lungo periodo, inaugurando una road map di coraggiose riforme politiche, economiche e istituzionali. La presente trattazione propone una disamina di alcuni fattori che in questa sfida giocano un ruolo cruciale: le politiche di investimento infrastrutturali e le loro forme di finanziamento nei Quadri Finanziari Pluriennali; lo strumento degli Eurobond (in varie forme) in funzione della creazione di un mercato di titoli europei che sia forte, liquido, all'altezza degli omologhi asiatici e americani, nonché in grado di catalizzare la raccolta di risorse necessarie allo sviluppo delle infrastrutture; le istituzioni e politiche europee legate ai mercati finanziari e al sistema bancario, non ché la questione della “legittimità democratica” avanzata negli ultimi tempi a livello politico. L'introduzione degli Eurobond come strumento per andare verso una unione fiscale (almeno parziale) è uno degli elementi di cui la politica economico-finanziaria europea dell'immediato futuro non si potrà privare; tale introduzione, a sua volta, dovrà tuttavia essere accompagnata e sostenuta (se non preceduta) da un rafforzamento di quel processo di unificazione bancaria in materia di vigilanza che già è stato avviato dalla BCE, allo scopo di creare fino in fondo un mercato economico e finanziario unico e robusto, in grado di competere con le grandi realtà degli altri continenti e di produrre risorse da investire nel miglioramento del benessere comunitario in modo permanente e sostenibile.
2013-10-24
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