Storicamente, i musei hanno avuto un ruolo estremamente importante nella società, contribuendo al benessere collettivo. Tuttavia, solo di recente si è iniziato a riconoscere e a promuovere attivamente questo legame attraverso programmi e iniziative mirate proprio al miglioramento della salute. Il museo sta cercando di affrontare il crescente bisogno della società in termini di benessere, tematica che è sempre più evidente. Questo è particolarmente vero in relazione alle sfide legate alla salute mentale, soprattutto tra i giovani, e all'aumento delle malattie neurodegenerative nella popolazione anziana. In questo contesto, la collaborazione tra neurologia e psicologia è stata fondamentale, poiché ha dimostrato che l'arte e l'esperienza museale hanno effetti positivi sulla salute mentale e fisica delle persone che ne fruiscono. A supporto di ciò, vengono esaminati progetti innovativi che utilizzano i musei come risorse per il benessere individuale e sociale. I musei si sono concentrati dapprima sulla gestione di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il morbo di Parkinson, come dimostrato dai casi di studio del MoMa, dei Musei Toscani, dall’iniziativa Dance Well e dal Progetto Well Impact. Successivamente sono emersi invece approcci incentrati anche sulla prevenzione, oltre che la cura, inoltre il museo è divetato luogo di ricerca scientifica, come dimostrato dai progetti "Mente Meditante" al MAXXI e il caso del Peabody Essex Museum. Infine, viene esaminata l'idea che i musei possano essere considerati una forma di "prescrizione sociale" alternativa ai farmaci, con casi di studio come il Montreal Museum of Fine Art e le sperimentazioni condotte nel mondo anglosassone. Le nozioni teoriche e i casi studi dimostrano come cultura e museo sia un connubio vincente, ma non adeguatamente indagato; vi è infatti la necessità di dotarsi di figure professionali e di un piano delle attività più strutturato per rendere tali iniziative non dei fenomeni una tantum, ma attività inserite all’interno dell’offerta didattica dei musei. In conclusione, i musei del XXI secolo sono molto più luoghi di conservazione; sono agenti di cambiamento sociale e, soprattutto, promotori del benessere.
Il ruolo del Museo nel XXI secolo: Promozione del Benessere
Zanella, Matilde
2023/2024
Abstract
Storicamente, i musei hanno avuto un ruolo estremamente importante nella società, contribuendo al benessere collettivo. Tuttavia, solo di recente si è iniziato a riconoscere e a promuovere attivamente questo legame attraverso programmi e iniziative mirate proprio al miglioramento della salute. Il museo sta cercando di affrontare il crescente bisogno della società in termini di benessere, tematica che è sempre più evidente. Questo è particolarmente vero in relazione alle sfide legate alla salute mentale, soprattutto tra i giovani, e all'aumento delle malattie neurodegenerative nella popolazione anziana. In questo contesto, la collaborazione tra neurologia e psicologia è stata fondamentale, poiché ha dimostrato che l'arte e l'esperienza museale hanno effetti positivi sulla salute mentale e fisica delle persone che ne fruiscono. A supporto di ciò, vengono esaminati progetti innovativi che utilizzano i musei come risorse per il benessere individuale e sociale. I musei si sono concentrati dapprima sulla gestione di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il morbo di Parkinson, come dimostrato dai casi di studio del MoMa, dei Musei Toscani, dall’iniziativa Dance Well e dal Progetto Well Impact. Successivamente sono emersi invece approcci incentrati anche sulla prevenzione, oltre che la cura, inoltre il museo è divetato luogo di ricerca scientifica, come dimostrato dai progetti "Mente Meditante" al MAXXI e il caso del Peabody Essex Museum. Infine, viene esaminata l'idea che i musei possano essere considerati una forma di "prescrizione sociale" alternativa ai farmaci, con casi di studio come il Montreal Museum of Fine Art e le sperimentazioni condotte nel mondo anglosassone. Le nozioni teoriche e i casi studi dimostrano come cultura e museo sia un connubio vincente, ma non adeguatamente indagato; vi è infatti la necessità di dotarsi di figure professionali e di un piano delle attività più strutturato per rendere tali iniziative non dei fenomeni una tantum, ma attività inserite all’interno dell’offerta didattica dei musei. In conclusione, i musei del XXI secolo sono molto più luoghi di conservazione; sono agenti di cambiamento sociale e, soprattutto, promotori del benessere.File | Dimensione | Formato | |
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